“” (..) il grande storico delle relazioni internazionali
Enrico Serra scrisse invece in merito a Lissa, su “Il Messaggero” del 20 luglio
1866, che la disfatta non era dovuta a cause interne o esterne, ma derivava da
una sorta di “”vizio italico, di vizio antico e sempre rinnovantesi come Anteo:
l’amore dell’intrigo, le rivalità e le gelosie spinte all’eccesso, il
prevalere, in tempi normali, delle qualità secondarie su quelle primarie dell’individuo
come il gusto della vita più facile ecc. Cosicché quando viene “l’ora della
verità” ben pochi sono al giusto posto e niente è pronto e non rimane che lo “stellone”
a proteggerci dai guai maggiori. Così fu a Lissa (…). Fu soprattutto il solito “vizio”
a trasformare, più tardi, un insuccesso in una disfatta e questa in uno
scandalo, di cui è venuto il momento, finalmente, di liberarci.””
(Hubert Heyriés, “Italia 1866. Storia di una guerra perduta
e vinta”, 2016, pg. 234)