“” Struttura statale romana, cultura greca e religione
cristiana sono le fonti culturali principali dello sviluppo dell’impero
bizantino. Se si prescinde da uno di questi tre elementi, ci si preclude la
comprensione della cultura bizantina. Solo la sintesi della cultura ellenistica
e della religione cristiana con la struttura statale romana ha permesso la
formazione di quel fenomeno storico che chiamiamo impero bizantino. Questa sintesi
è stata resa possibile dallo spostamento del baricentro dell’impero romano
verso Oriente determinato dalla crisi del III secolo, che ebbe la sua
espressione più manifesta nella cristianizzazione dell’impero romano e nella
fondazione della nuova capitale sul Bosforo. Questi due avvenimenti – la vittoria
del cristianesimo e il virtuale trasferimento del centro politico dell’impero
nell’Oriente ellenistico – segnano l’inizio della epoca bizantina. La storia
bizantina è in primo luogo un nuovo periodo della storia romana e lo Stato
bizantino nient’altro che una continuazione dell’antico impero romano. (…)
La civiltà bizantina non solo deriva dall’ellenismo, ma è
strettamente imparentata con esso da una profonda affinità. Come la civiltà
ellenistica, così anche quella bizantina è una forza unificatrice e
omogeneizzatrice. Ambedue hanno un carattere epigonico, eclettico, quella
bizantina ancor più di quella ellenistica. Ambedue vivono dell’eredità di
culture più grandi, più creative e la loro funzione non è tanto nella creazione
originale, quanto piuttosto nella sintesi. Il tipo culturale del compilatore è
caratteristico di entrambe le civiltà. Ma anche se il lavoro di compilazione
non ha la genuinità di un lavoro creativo, anche se con l’imitazione si perde
il senso e il reale contenuto dell’originale e l’originale bellezza della forma
diventa retorica vuota e convenzionale, ciò nonostante resta un grande merito
storico dei bizantini l’amorevole conservazione dei capolavori del mondo
classico, lo studio del diritto romano e della cultura greca. Le due cime più
alte della civiltà antica, la grecità e il romanesimo, crescono insieme sul
suolo bizantino. I due prodotti più eccelsi della civiltà classica, l’ordinamento
statale romano e la cultura greca, si uniscono in una nuova concezione della
vita e si fondono col cristianesimo, nel quale lo stato e la cultura anti chi
vedevano la loro negazione irriducibile. La cristiana Bisanzio non rinnega né l’arte
né la filosofia pagane. Il diritto romano resterà sempre la base dell’ordinamento
e della coscienza giuridica dei Bizantini; e analogamente la cultura greca
resterà sempre una delle basi fondamentali della loro vita spirituale. Anche per
i Bizantini più religioni, la scienza, la filosofia, la storiografia e la
poesia greche sono elementi essenziali della loro formazione culturale. La stessa
Chiesa bizantina fa propria l’eredità spirituale della filosofia antica e si
serve del sistema logico creato dai filosofi greci per l’elaborazione del proprio
sistema dogmatico.
Lo stretto legame con la tradizione del mondo antico era un’importante
sorgente di forza dell’impero bizantino. Basata sulle tradizioni della cultura
greca, Bisanzio per secoli rappresenterà il più importante centro di cultura e
di studi del mondo. Continuando la tradizione dello Stato romano, in quanto
Stato, svolgerà un ruolo fondamentale nel mondo medievale. Lo Stato bizantino
dispone di un sistema amministrativo senza precedenti, con un apparato
burocratico articolato e composto da funzionari specializzati, di una superba
tecnica militare, di un elaborato ordinamento giuridico, di un sistema
economico e finanziario altamente sviluppato. Ha grandi beni a sua disposizione
e la sua emissione monetaria aumenta costantemente. Da questo punto di vista c’è
una differenza fondamentale tra lo Stato bizantino e gli altri stati della
tarda antichità e del medioevo, in cui vigeva soprattutto lo scambio in natura.
Del resto la stessa potenza e lo stesso prestigio di Bisanzio si basano sulla
sua ricchezza monetaria: nei periodi migliori la sua solvibilità sembrava
inesauribile. Il rovescio della medaglia è naturalmente l’esoso fiscalismo di
questo Stato, che subordina tutto e ogni cosa alle esigenze finanziarie. (…)””
(“Storia dell’impero bizantino”, Georg Ostrogorsky)