“”Nel III secolo il sistema monetario romano aveva subito un
collasso completo e le conseguenze consistettero non solo in un vertiginoso
aumento dei prezzi, ma anche in un progressivo passaggio allo scambio in
natura. In Occidente l’economia naturale diventa predominante e sarà il sistema
di scambio caratteristico dei nuovi stati medievali, anche se permangono ancora
a lungo certe forme di economia monetaria. Invece nell’Oriente, che era
economicamente più forte, l’economia monetaria riprenderà ben presto il
sopravvento, pur se fenomeni di scambio in natura sopravvivono a lungo. Il rafforzarsi
dell’economia monetaria nell’impero bizantino si manifesta molto chiaramente
nel fatto che l’annona, come le altre
forme di tributo in natura, ben presto diventa un tributo in moneta. Costantino
il Grande creò un nuovo sistema monetario molto stabile. La base di questo
sistema era il solidus aureo, che
normalmente conteneva 4,48 grammi d’oro: una libbra d’oro corrispondeva a 72 solidi; inoltre c’era la siliqua d’argento, che pesava 2,24 grammi
e quindi – finché il rapporto tra il valore dell’argento e quello dell’oro fu
di 1:12 – rappresentava la 24esima parte del solidus. Questo sistema di rilevò straordinariamente stabile: per
un intero millennio il solidus
costantiniano (…) fu la base del sistema monetario bizantino e per molti secoli
godette di grande credito nel commercio mondiale. Non per questo non fu
soggetto a crisi, ma solo a partire dalla metà dell’XI secolo il suo valore
cominciò sensibilmente a cadere, mentre l’impero stesso si avviava alla
decadenza.””
(“Storia dell’impero bizantino”, Georg Ostrogorsky)
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