lunedì 29 agosto 2016

Struttura statale romana, cultura greca e religione cristiana: le fonti dell'impero bizantino.



“” Struttura statale romana, cultura greca e religione cristiana sono le fonti culturali principali dello sviluppo dell’impero bizantino. Se si prescinde da uno di questi tre elementi, ci si preclude la comprensione della cultura bizantina. Solo la sintesi della cultura ellenistica e della religione cristiana con la struttura statale romana ha permesso la formazione di quel fenomeno storico che chiamiamo impero bizantino. Questa sintesi è stata resa possibile dallo spostamento del baricentro dell’impero romano verso Oriente determinato dalla crisi del III secolo, che ebbe la sua espressione più manifesta nella cristianizzazione dell’impero romano e nella fondazione della nuova capitale sul Bosforo. Questi due avvenimenti – la vittoria del cristianesimo e il virtuale trasferimento del centro politico dell’impero nell’Oriente ellenistico – segnano l’inizio della epoca bizantina. La storia bizantina è in primo luogo un nuovo periodo della storia romana e lo Stato bizantino nient’altro che una continuazione dell’antico impero romano. (…)

La civiltà bizantina non solo deriva dall’ellenismo, ma è strettamente imparentata con esso da una profonda affinità. Come la civiltà ellenistica, così anche quella bizantina è una forza unificatrice e omogeneizzatrice. Ambedue hanno un carattere epigonico, eclettico, quella bizantina ancor più di quella ellenistica. Ambedue vivono dell’eredità di culture più grandi, più creative e la loro funzione non è tanto nella creazione originale, quanto piuttosto nella sintesi. Il tipo culturale del compilatore è caratteristico di entrambe le civiltà. Ma anche se il lavoro di compilazione non ha la genuinità di un lavoro creativo, anche se con l’imitazione si perde il senso e il reale contenuto dell’originale e l’originale bellezza della forma diventa retorica vuota e convenzionale, ciò nonostante resta un grande merito storico dei bizantini l’amorevole conservazione dei capolavori del mondo classico, lo studio del diritto romano e della cultura greca. Le due cime più alte della civiltà antica, la grecità e il romanesimo, crescono insieme sul suolo bizantino. I due prodotti più eccelsi della civiltà classica, l’ordinamento statale romano e la cultura greca, si uniscono in una nuova concezione della vita e si fondono col cristianesimo, nel quale lo stato e la cultura anti chi vedevano la loro negazione irriducibile. La cristiana Bisanzio non rinnega né l’arte né la filosofia pagane. Il diritto romano resterà sempre la base dell’ordinamento e della coscienza giuridica dei Bizantini; e analogamente la cultura greca resterà sempre una delle basi fondamentali della loro vita spirituale. Anche per i Bizantini più religioni, la scienza, la filosofia, la storiografia e la poesia greche sono elementi essenziali della loro formazione culturale. La stessa Chiesa bizantina fa propria l’eredità spirituale della filosofia antica e si serve del sistema logico creato dai filosofi greci per l’elaborazione del proprio sistema dogmatico.

Lo stretto legame con la tradizione del mondo antico era un’importante sorgente di forza dell’impero bizantino. Basata sulle tradizioni della cultura greca, Bisanzio per secoli rappresenterà il più importante centro di cultura e di studi del mondo. Continuando la tradizione dello Stato romano, in quanto Stato, svolgerà un ruolo fondamentale nel mondo medievale. Lo Stato bizantino dispone di un sistema amministrativo senza precedenti, con un apparato burocratico articolato e composto da funzionari specializzati, di una superba tecnica militare, di un elaborato ordinamento giuridico, di un sistema economico e finanziario altamente sviluppato. Ha grandi beni a sua disposizione e la sua emissione monetaria aumenta costantemente. Da questo punto di vista c’è una differenza fondamentale tra lo Stato bizantino e gli altri stati della tarda antichità e del medioevo, in cui vigeva soprattutto lo scambio in natura. Del resto la stessa potenza e lo stesso prestigio di Bisanzio si basano sulla sua ricchezza monetaria: nei periodi migliori la sua solvibilità sembrava inesauribile. Il rovescio della medaglia è naturalmente l’esoso fiscalismo di questo Stato, che subordina tutto e ogni cosa alle esigenze finanziarie. (…)””



(“Storia dell’impero bizantino”, Georg Ostrogorsky)

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