""
Ora mi chiedono: «Che cosa dice, che cosa ha da dire, su quello che è
successo a Londra?». Me lo chiedono a voce, per fax, per email, spesso
rimproverandomi perché finoggi sono rimasta zitta. Quasi che il mio
silenzio fosse stato un tradimento. E ogni volta scuoto la testa,
mormoro a me stessa: cos' altro devo dire?!? Sono quattr' anni che dico.
Che mi scaglio contro il Mostro deciso ad eliminarci fisicamente e
insieme ai nostri corpi distruggere i nostri principii e i nostri
valori. La nostra civiltà. Sono quattr' anni che parlo di nazismo
islamico, di guerra all' Occidente, di culto della morte, di suicidio
dell' Europa. Un' Europa che non è più Europa ma Eurabia e che con la
sua mollezza, la sua inerzia, la sua cecità, il suo asservimento al
nemico si sta scavando la propria tomba. Sono quattr' anni che come una
Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia» e mi dispero
sui Danai che come nell' Eneide di Virgilio dilagano per la città
sepolta nel torpore. Che attraverso le porte spalancate accolgono le
nuove truppe e si uniscono ai complici drappelli. Quattr' anni che
ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui
collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte.
Che come nell' Apocalisse dell' evangelista Giovanni si gettano ai suoi
piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna.
Incominciai
con «La Rabbia e l' Orgoglio». Continuai con «La Forza della Ragione».
Proseguii con «Oriana Fallaci intervista sé stessa» e con «L'
Apocalisse». E tra l' uno e l' altro la predica «Sveglia, Occidente,
sveglia». I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002
con l' accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera
chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in
manette. Per cui in Italia verrò processata con l' accusa di vilipendio
all' Islam cioè reato di opinione. (Reato che prevede tre anni di
galera, quanti non ne riceve l' islamico sorpreso con l' esplosivo in
cantina). Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al
Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa
messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme
al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai
radical-chic «plebaglia-di-destra». Sì, è vero: sui giornali che nel
migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio
ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole.
Guerra-all' Occidente, Culto-della-Morte, Suicidio-dell' Europa,
Sveglia-Italia-Sveglia. Sì, è vero: sia pur senza ammettere che non
avevo torto l' ex segretario della Quercia ora concede interviste nelle
quali dichiara che
questi-terroristi-vogliono-distruggere-i-nostri-valori, che questo-
stragismo-è-di-tipo-fascista-ed-esprime-odio-per-la-nostra-civiltà».
Sì, è vero: parlando di Londonistan, il quartiere dove vivono i ben
settecentomila musulmani di Londra, i giornali che prima sostenevano i
terroristi fino all' apologia di reato ora dicono ciò che dicevo io
quando scrivevo che in ciascuna delle nostre città esiste un' altra
città. Una città sotterranea, uguale alla Beirut invasa da Arafat negli
anni Settanta. Una città straniera che parla la propria lingua e osserva
i propri costumi, una città musulmana dove i terroristi circolano
indisturbati e indisturbati organizzano la nostra morte. Del resto ora
si parla apertamente anche di terrorismo-islamico, cosa che prima veniva
evitata con cura onde non offendere i cosiddetti musulmani moderati.
Sì, è vero: ora anche i collaborazionisti e gli imam esprimono le loro
ipocrite condanne, le loro mendaci esecrazioni, la loro falsa
solidarietà coi parenti delle vittime. Si, è vero: ora si fanno severe
perquisizioni nelle case dei musulmani indagati, si arrestano i
sospettati, magari ci si decide ad espellerli. Ma in sostanza non è
cambiato nulla. Nulla. Dall' antiamericanismo all' antioccidentalismo al
filoislamismo, tutto continua come prima. Persino in Inghilterra.
Sabato 9 luglio cioè due giorni dopo la strage la BBC ha deciso di non
usare più il termine «terroristi»,
termine-che-esaspera-i-toni-della-Crociata, ed ha scelto il vocabolo
«bombers». Bombardieri, bombaroli. Lunedì 11 luglio cioé quattro giorni
dopo la strage il Times ha pubblicato nella pagina dei commenti la
vignetta più disonesta ed ingiusta ch' io abbia mai visto. Quella dove
accanto a un kamikaze con la bomba si vede un generale anglo-americano
con un' identica bomba. Identica nella forma e nella misura. Sulla
bomba, la scritta: «Killer indiscriminato e diretto ai centri urbani».
Sulla vignetta, il titolo: «Spot the difference, cerca la differenza».
Quasi contemporaneamente, alla televisione americana ho visto una
giornalista del Guardian, il quotidiano dell' estrema sinistra inglese,
che assolveva l' apologia di reato manifestata anche stavolta dai
giornali musulmani di Londra. E che in pratica attribuiva la colpa di
tutto a Bush. Il-criminale, il- più-grande-criminale-della-Storia,
George W. Bush. «Bisogna capirli». Cinguettava «la politica americana li
ha esasperati. Se non ci fosse stata la guerra in Iraq...».
(Giovanotta, l' 11 settembre la guerra in Iraq non c' era. L' 11
settembre la guerra ce l' hanno dichiarata loro. Se n' è dimenticata?). E
contemporaneamente ho letto su Repubblica un articolo dove si sosteneva
che l' attacco alla subway di Londra non è stato un attacco all'
Occidente. E' stato un attacco che i figli di Allah hanno fatto contro i
propri fantasmi. Contro l' Islam «lussurioso» (suppongo che voglia dire
«occidentalizzato») e il cristianesimo «secolarizzato». Contro i
pacifisti indù e la-magnifica-varietà-che-Allah-ha-creato. Infatti,
spiegava, in Inghilterra i musulmani sono due milioni e nella
metropolitana di Londra non-trovi-un-inglese-nemmeno-a-pagarlo-oro.
Tutti in turbante, tutti in kefiah. Tutti con la barba lunga e il
djellabah. Se-ci-trovi-una-bionda-con-gli-occhi-azzurri-è-una-circassa».
(Davvero?!? Chi l' avrebbe mai detto!!! Nelle fotografie dei feriti non
scorgo né turbanti né kefiah, né barbe lunghe né djellabah. E nemmeno
burka e chador. Vedo soltanto inglesi come gli inglesi che nella Seconda
Guerra Mondiale morivano sotto i bombardamenti nazisti. E leggendo i
nomi dei dispersi vedo tutti Phil Russell, Adrian Johnson, Miriam Hyman,
più qualche tedesco o italiano o giapponese. Di nomi arabi, finoggi, ho
visto soltanto quello di una giovane donna che si chiamava Shahara
Akter Islam).
Continua anche la fandonia dell' Islam «moderato», la
commedia della tolleranza, la bugia dell' integrazione, la farsa del
pluriculturalismo. Vale a dire delle moschee che esigono e che noi gli
costruiamo. Nel corso d' un dibattito sul terrorismo, al consiglio
comunale di Firenze lunedì 11 luglio il capogruppo diessino ha
dichiarato: «E' ora che anche a Firenze ci sia una moschea». Poi ha
detto che la comunità islamica ha esternato da tempo la volontà di
costruire una moschea e un centro culturale islamico simili alla moschea
e al centro culturale islamico che sorgeranno nella diessina Colle val
d' Elsa. Provincia della diessina Siena e del suo filo-diessino Monte
dei Paschi, già la banca del Pci e ora dei Ds. Bé, quasi nessuno si è
opposto. Il capogruppo della Margherita si è detto addirittura
favorevole. Quasi tutti hanno applaudito la proposta di contribuire all'
impresa coi soldi del municipio cioé dei cittadini, e l' assessore all'
urbanistica ha aggiunto che da un punto di vista urbanistico non ci
sono problemi. «Niente di più facile». Episodio dal quale deduci che la
città di Dante e Michelangelo e Leonardo, la culla dell' arte e della
cultura rinascimentale, sarà presto deturpata e ridicolizzata dalla sua
Mecca. Peggio ancora: continua la Political Correctness dei magistrati
sempre pronti a mandare in galera me e intanto ad assolvere i figli di
Allah. A vietarne l' espulsione, ad annullarne le (rare) condanne
pesanti, nonché a tormentare i carabinieri o i poliziotti che con loro
gran dispiacere li arrestano. Milano, pomeriggio dell' 8 luglio cioé il
giorno dopo la strage di Londra. Il quarantaduenne Mohammed Siliman
Sabri Saadi, egiziano e clandestino, viene colto senza biglietto sull'
autobus della linea 54. Per effettuare la multa i due controllori lo
fanno scendere e scendono con lui. Gli chiedono un documento, lui
reagisce ingaggiando una colluttazione. Ne ferisce uno che finirà all'
ospedale, scappa perdendo il passaporto, ma la Volante lo ritrova e lo
blocca. Nonostante le sue resistenze, dinanzi a una piccola folla lo
ammanetta e nello stesso momento ecco passare una signora che tutta
stizzita vuole essere ascoltata come testimone se il poverino verrà
processato ed accusato di resistenza. I poliziotti le rispondono
signora-ci-lasci-lavorare, e allora lei allunga una carta di identità
dalla quale risulta che è un magistrato. Sicché un po' imbarazzati ne
prendono atto poi portano Mohammed in questura e qui... Bé, invece di
portarlo al centro di permanenza temporanea dove (anziché in galera) si
mettono i clandestini, lo lasciano andare invitandolo a presentarsi la
prossima settimana al processo cui dovrà sottoporsi per resistenza all'
arresto e lesioni a pubblico ufficiale. Lui se ne va, scompare (lo
vedremo mai più?) e indovina chi è la signora tutta stizzita perché lo
avevano ammanettato come vuole la prassi.
La magistrata che sette
mesi fa ebbe il suo piccolo momento di celebrità per aver assolto con
formula piena tre musulmani accusati di terrorismo internazionale e per
aver aggiunto che in Iraq non c' è il terrorismo, c' è la guerriglia,
che insomma i tagliateste sono Resistenti. Sì, proprio quella che il
vivace leghista Borghezio definì «una vergogna per Milano e per la
magistratura». E indovina chi anche oggi la loda, la difende, dichiara
ha-fatto-benissimo. I diessini, i comunisti, e i soliti verdi. Continua
anche la panzana che l' Islam è una religione di pace, che il Corano
predica la misericordia e l' amore e la pietà. Come se Maometto fosse
venuto al mondo con un ramoscello d' ulivo in bocca e fosse morto
crocifisso insieme a Gesù. Come se non fosse stato anche lui un
tagliateste e anziché orde di soldati con le scimitarre ci avesse
lasciato san Matteo e san Marco e san Luca e san Giovanni intenti a
scrivere gli Evangeli. Continua anche la frottola dell' Islam
vittima-dell' Occidente. Come se per quattordici secoli i musulmani non
avessero mai torto un capello a nessuno e la Spagna e la Sicilia e il
Nord Africa e la Grecia e i Balcani e l' Europa orientale su su fino
all' Ucraina e alla Russia le avesse occupate la mia bisnonna valdese.
Come se ad arrivare fino a Vienna e a metterla sotto assedio fossero
state le suore di sant' Ambrogio e le monache Benedettine. Continua
anche la frode o l' illusione dell' Islam Moderato. Con questa, il
tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un' esigua
minoranza e che quella esigua minoranza vive in paesi lontani.
Bé,
il nemico non è affatto un' esigua minoranza. E ce l' abbiamo in casa.
Ce l' avevamo in casa l' 11 settembre del 2001 cioé a New York. Ce l'
avevamo in casa l' 11 marzo del 2004 cioé a Madrid. Ce l' avevamo in
casa l' 1, il 2, il 3 settembre del medesimo anno a Beslan dove si
divertirono anche a fare il tiro a segno sui bambini che dalla scuola
fuggivano terrorizzati, e di bambini ne uccisero centocinquanta. Ce l'
avevamo in casa il 7 luglio scorso cioé a Londra dove i kamikaze
identificati erano nati e cresciuti. Dove avevano studiato finalmente
qualcosa, erano vissuti finalmente in un mondo civile, e dove fino alla
sera precedente s' eran divertiti con le partite di calcio o di cricket.
Ce l' abbiamo in casa da oltre trent' anni, perdio. Ed è un nemico che a
colpo d' occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all'
occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede
perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioé col permesso di
soggiorno. Con l' automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia
è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli
le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue
jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese
che col fidanzato passeggia nel parco. E' un nemico che trattiamo da
amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Tale intensità
che verrebbe spontaneo gridargli: se siamo così brutti, così cattivi,
così peccaminosi, perché non te ne torni a casa tua? Perché stai qui?
Per tagliarci la gola o farci saltare in aria? Un nemico, inoltre, che
in nome dell' umanitarismo e dell' asilo politico (ma quale asilo
politico, quali motivi politici?) accogliamo a migliaia per volta anche
se i Centri di Accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove
metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità,
la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli
spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l' Olimpo
Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un
nemico che per partorire non ha bisogno della procreazione assistita,
delle cellule staminali. Il suo tasso di natalità è così alto che
secondo il National Intelligence Council alla fine di quest' anno la
popolazione musulmana in Eurabia risulterà raddoppiata. Un nemico che le
moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri
di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all' imam
(però guai se arresti l' imam.
Peggio ancora, se qualche agente
della Cia te lo toglie dai piedi col tacito consenso dei nostri servizi
segreti). Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal
trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l' Eurabia sicché
per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non
deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per
organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l'
esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca. (Ma quando in
seguito alla strage di Londra la Francia denuncia il trattato di
Schengen e perfino la Spagna zapatera pensa di imitarla, l' Italia e gli
altri paesi europei rispondono scandalizzati no no). Un nemico che
appena installato nelle nostre città o nelle nostre campagne si
abbandona alle prepotenze ed esige l' alloggio gratuito o semi-gratuito
nonché il voto e la cittadinanza. Tutte cose che ottiene senza
difficoltà. Un nemico che protetto dalla Sinistra al Caviale e dalla
Destra al Fois Gras e dal Centro al Prosciutto ciancia, appunto, di
integrazione e pluriculturalismo ma intanto ci impone le proprie regole e
i propri costumi. Che bandisce il maiale dalle mense delle scuole,
delle fabbriche, delle prigioni. Che aggredisce la maestra o la preside
perché una scolara bene educata ha gentilmente offerto al compagno di
classe musulmano la frittella di riso al marsala cioé «col liquore».
E-attenta-a-non-ripeter-l' oltraggio. Un nemico che negli asili vuole
abolire anzi abolisce il Presepe e Babbo Natale. Che il crocifisso lo
toglie dalle aule scolastiche, lo getta giù dalle finestre degli
ospedali, lo definisce «un cadaverino ignudo e messo lì per spaventare i
bambini musulmani». (Parlo, s' intende, dell' arabo con la cittadinanza
italiana che mi ha denunciato per vilipendio all' Islam. Che contro di
me ha scritto un lercio e sgrammaticato libello dove elencando quattro
sure del Corano chiede ai suoi correligionari di eliminarmi, che per le
sue malefatte non è mai stato o non ancora processato). Un nemico che in
Inghilterra s' imbottisce le scarpe di esplosivo onde far saltare in
aria il jumbo del volo Parigi-Miami. (Parlo, s' intende, dell' arabo con
la cittadinanza inglese che per puro miracolo beccarono sulla American
Airlines).
Un nemico che ad Amsterdam uccide Theo van Gogh colpevole
di girare documentari sulla schiavitù delle musulmane e che dopo averlo
ucciso gli apre il ventre, ci ficca dentro una lettera con la condanna a
morte della sua migliore amica. (Parlo, s' intende, dell' arabo con
cittadinanza olandese che probabilmente anzi spero verrà condannato all'
ergastolo e che al processo ha sibilato alla mamma di Theo: «Io non
provo alcuna pietà per lei. Perché lei è un' infedele»). Il nemico,
infine, per il quale trovi sempre un magistrato clemente cioé pronto a
scarcerarlo. E che i governi eurobei (ndr: non si tratta d' un errore
tipografico, voglio proprio dire eurobei non europei) non espellono
neanche se è clandestino. Continua anche il discorso sul Dialogo delle
due Civiltà. Ed apriti cielo se chiedi qual è l' altra civiltà, cosa c' è
di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della
parola libertà. Che per libertà, hurryya, intende «emancipazione dalla
schiavitù». Che la parola hurryya la coniò soltanto alla fine dell'
Ottocento per poter firmare un trattato commerciale. Che nella
democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste
tagliate. Che dei Diritti dell' Uomo da noi tanto strombazzati e verso i
musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare.
Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata
dall' Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata
dalla Conferenza Araba. Apriti cielo anche se chiedi che cosa c' è di
civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta.
L' Islam è
il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile
con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i
Diritti Umani. E' incompatibile col concetto di civiltà. E visto che ho
toccato questo argomento mi ascolti bene, signor giudice di Bergamo che
ha voluto incriminarmi per vilipendio all' Islam ma che non ha mai
incriminato il mio persecutore per vilipendio al Cristianesimo. Nonché
per istigazione all' omicidio. (Il mio). Mi ascolti e mi condanni pure.
Mi infligga pure quei tre anni di reclusione che i magistrati italiani
non infliggono nemmeno ai terroristi islamici beccati con l' esplosivo
in cantina. Il suo processo è inutile. Finché avrò un filo di fiato io
ripeterò ciò che ho scritto nei miei libri e che riscrivo qui. Non mi
sono mai fatta intimidire, non mi faccio mai intimidire dalle minacce di
morte e dalle persecuzioni, dalle denigrazioni, dagli insulti contro i
quali Lei si è guardato bene dal proteggermi anche come semplice
cittadino. Quindi si figuri se mi faccio intimidire da Lei che mi nega
il costituzionale diritto di pensare ed esprimere la mia opinione. Però,
prima del processo, una curiosità me la deve togliere. Nella cella mi
ci terrà tutta sola o coi carabinieri che lo Stato Italiano mi ha
cortesemente imposto affinché non venga ammazzata come Biagi o come Theo
van Gogh? Glielo chiedo perché il ministro degli Interni dice che nelle
nostre carceri oltre il cinquanta per cento dei detenuti sono
musulmani, e suppongo che di quei carabinieri avrei più bisogno in
galera che a casa mia. (Quanto a voi, signori del Parlamento,
congratulazioni per aver respinto la proposta del ministro della
Giustizia: abolire il reato di opinione. E particolari congratulazioni
all' onorevole di Alleanza Nazionale che oltre ad aver gestito quel
rifiuto ha chiesto di abolire il reato d' apologia del fascismo).
Continua anche l' indulgenza che la Chiesa Cattolica (del resto la
maggiore sostenitrice del Dialogo) professa nei riguardi dell' Islam.
Continua cioé la sua irremovibile irriducibile volontà di sottolineare
il «comune patrimonio spirituale fornitoci dalle tre grandi religioni
monoteistiche». Quella cristiana, quella ebraica, quella islamica. Tutte
e tre basate sul concetto del Dio Unico, tutte e tre ispirate da
Abramo. Il buon Abramo che per ubbidire a Dio stava per sgozzare il suo
bambino come un agnello. Ma quale patrimonio in comune?!?
Allah non
ha nulla in comune col Dio del Cristianesimo. Col Dio padre, il Dio
buono, il Dio affettuoso che predica l' amore e il perdono. Il Dio che
negli uomini vede i suoi figli. Allah è un Dio padrone, un Dio tiranno.
Un Dio che negli uomini vede i suoi sudditi anzi i suoi schiavi. Un Dio
che invece dell' amore insegna l' odio, che attraverso il Corano chiama
cani-infedeli coloro che credono in un altro Dio e ordina di punirli. Di
soggiogarli, di ammazzarli. Quindi come si fa a mettere sullo stesso
piano il cristianesimo e l' islamismo, come si fa a onorare in egual
modo Gesù e Maometto?!? Basta davvero la faccenda del Dio Unico per
stabilire una concordia di concetti, di principii, di valori?!? E questo
è il punto che nell' immutata realtà del dopo-strage di Londra mi turba
forse di più. Mi turba anche perché sposa quindi rinforza quello che
considero l' errore commesso da papa Wojtyla: non battersi quanto
avrebbe a mio avviso dovuto contro l' essenza illiberale e
antidemocratica anzi crudele dell' Islam. Io in questi quattr' anni non
ho fatto che domandarmi perché un guerriero come Wojtyla, un leader che
come lui aveva contribuito più di chiunque al crollo dell' impero
sovietico e quindi del comunismo, si mostrasse così debole verso un
malanno peggiore dell' impero sovietico e del comunismo. Un malanno che
anzitutto mira alla distruzione del cristianesimo. (E dell' ebraismo).
Non ho fatto che domandarmi perché egli non tuonasse in maniera aperta
contro ciò che avveniva (avviene) ad esempio in Sudan dove il regime
fondamentalista esercitava (esercita) la schiavitù. Dove i cristiani
venivano eliminati (vengono eliminati) a milioni. Perché tacesse sull'
Arabia Saudita dove la gente con una Bibbia in mano o una crocetta al
collo era (è) trattata come feccia da giustiziare. Ancora oggi quel
silenzio io non l' ho capito e...
Naturalmente capisco che la
filosofia della Chiesa Cattolica si basa sull' ecumenismo e sul
comandamento Ama-il-nemico-tuo-come-te-stesso. Che uno dei suoi
principii fondamentali è almeno teoricamente il perdono, il sacrificio
di porgere l' altra guancia. (Sacrificio che rifiuto non solo per
orgoglio cioè per il mio modo di intendere la dignità, ma perché lo
ritengo un incentivo al Male di chi fa del male). Però esiste anche il
principio dell' autodifesa anzi della legittima difesa, e se non sbaglio
la Chiesa Cattolica vi ha fatto ricorso più volte. Carlo Martello
respinse gli invasori musulmani alzando il crocifisso. Isabella di
Castiglia li cacciò dalla Spagna facendo lo stesso. E a Lepanto c' erano
anche le truppe pontificie. A difendere Vienna, ultimo baluardo della
Cristianità, a romper l' assedio di Kara Mustafa, c' era anche e
soprattutto il polacco Giovanni Sobienski con l' immagine della Vergine
di Chestochowa. E se quei cattolici non avessero applicato il principio
dell' autodifesa, della legittima difesa, oggi anche noi porteremmo il
burka o il jalabah. Anche noi chiameremmo i pochi superstiti
cani-infedeli. Anche noi gli segheremmo la testa col coltello halal. E
la basilica di San Pietro sarebbe una moschea come la chiesa di Santa
Sofia a Istanbul. Peggio: in Vaticano ci starebbero Bin Laden e Zarkawi.
Così, quando tre giorni dopo la nuova strage Papa Ratzinger ha
rilanciato il tema del Dialogo, sono rimasta di sasso. Santità, Le parla
una persona che La ammira molto. Che Le vuole bene, che Le dà ragione
su un mucchio di cose. Che a causa di questo viene dileggiata coi
nomignoli atea-devota, laica-baciapile, liberal-clericale. Una persona,
inoltre, che capisce la politica e le sue necessità. Che comprende i
drammi della leadership e i suoi compromessi. Che ammira l'
intransigenza della fede e rispetta le rinunce o le prodigalità a cui
essa costringe. Però il seguente interrogativo devo porlo lo stesso:
crede davvero che i musulmani accettino un dialogo coi cristiani, anzi
con le altre religioni o con gli atei come me? Crede davvero che possano
cambiare, ravvedersi, smettere di seminar bombe? Lei è un uomo tanto
erudito, Santità. Tanto colto. E li conosce bene. Assai meglio di me. Mi
spieghi dunque: quando mai nel corso della loro storia, una storia che
dura da millequattrocento anni, sono cambiati e si sono ravveduti? Oh,
neanche noi siamo stati e siamo stinchi di santo: d' accordo.
Inquisizioni, defenestrazioni, esecuzioni, guerre, infamie di ogni tipo.
Nonché guelfi e ghibellini a non finire. E per giudicarci severamente
basta pensare a quel che abbiamo combinato sessanta anni fa con l'
Olocausto. Ma poi abbiamo messo un po' di giudizio, perbacco. Ci abbiamo
dato una pensata e se non altro in nome della decenza siamo un po'
migliorati. Loro, no.
La Chiesa Cattolica ha avuto svolte storiche,
Santità. Anche questo lei lo sa meglio di me. A un certo punto si è
ricordata che Cristo predicava la Ragione, quindi la scelta, quindi il
Bene, quindi la Libertà, e ha smesso di tiranneggiare. D' ammazzare la
gente. O costringerla a dipinger soltanto Cristi e Madonne. Ha compreso
il laicismo. Grazie a uomini di prim' ordine, un lungo elenco di cui Lei
fa parte, ha dato una mano alla democrazia. Ed oggi parla coi tipi come
me. Li accetta e lungi dal bruciarli vivi (io non dimentico mai che
fino a quattro secoli fa il Sant' Uffizio mi avrebbe mandato al rogo) ne
rispetta le idee. Loro, no. Ergo con loro non si può dialogare. E ciò
non significa ch' io voglia promuovere una guerra di religione, una
Crociata, una caccia alle streghe, come sostengono i mentecatti e i
cialtroni. (Guerre di religione, Crociate, io ?!? Non essendo religiosa,
figuriamoci se voglio incitare alle guerre di religione e alle
Crociate. Cacce alle streghe io?!? Essendo considerata una strega, un'
eretica, dagli stessi laici e dagli stessi liberals, figuriamoci se
voglio accendere una caccia alle streghe. Ciò significa, semplicemente,
che illudersi su di loro è contro ragione. Contro la Vita, contro la
stessa sopravvivenza, e guai a concedergli certe familiarità.
La
strage toccherà davvero anche a noi, la prossima volta toccherà davvero a
noi? Oh, sì. Non ne ho il minimo dubbio. Non l' ho mai avuto. Anche
questo lo dico da quattro anni. E aggiungo: non ci hanno ancora
attaccato in quanto avevano bisogno della landing-zone, della testa di
ponte, del comodo avamposto che si chiama Italia. Comodo geograficamente
perché è il più vicino al Medio Oriente e all' Africa cioè ai paesi che
forniscono il grosso della truppa. Comodo strategicamente perché a
quella truppa offriamo buonismo e collaborazionismo, coglioneria e
viltà. Ma presto si scateneranno. Lo stesso Bin Laden ce lo ha promesso.
In modo esplicito, chiaro, preciso. Più volte. I suoi luogotenenti (o
rivali), idem. Lo stesso Corriere lo dimostra con l' intervista a Saad
Al-Faqih, l' esiliato saudita diventato amico di Bin Laden durante il
conflitto coi russi in Afghanistan, e secondo i servizi segreti
americani finanziatore di Al Qaeda. «E' solo questione di tempo. Al
Qaeda vi colpirà presto» ha detto Al-Faqih aggiungendo che l' attacco
all' Italia è la cosa più logica del mondo. Non è l' Italia l' anello
più debole della catena composta dagli alleati in Iraq? Un anello che
viene subito dopo la Spagna e che è stato preceduto da Londra per pura
convenienza. E poi: «Bin Laden ricorda bene le parole del Profeta.
Voi-costringerete-i-romani-alla-resa. E vuole costringer l' Italia ad
abbandonare l' alleanza con l' America». Infine, sottolineando che
operazioni simili non si fanno appena sbarcati a Lampedusa o alla
Malpensa bensì dopo aver maturato dimestichezza con il paese, esser
penetrati nel suo tessuto sociale: «Per reclutare gli autori materiali,
c' è solo l' imbarazzo della scelta».
Molti italiani non ci credono
ancora. Nonostante le dichiarazioni del ministro degli Interni, a
rischio Roma e Milano, all' erta anche Torino e Napoli e Trieste e
Treviso nonché le città d' arte come Firenze e Venezia, gli italiani si
comportano come i bambini per cui la parola Morte non ha alcun
significato. O come gli scriteriati cui la morte sembra una disgrazia
che riguarda gli altri e basta. Nel caso peggiore, una disgrazia che li
colpirà per ultimi. Peggio: credono che per scansarla basti fare i furbi
cioè leccarle i piedi. Ha ragione Vittorio Feltri quando su Libero
scrive che la decadenza degli occidentali si identifica con la loro
illusione di poter trattare amichevolmente il nemico, nonché con la loro
paura. Una paura che li induce ad ospitare docilmente il nemico, a
tentar di conquistarne la simpatia, a sperare che si lasci assorbire
mentre è lui che vuole assorbire. Questo senza contare la nostra
abitudine ad essere invasi, umiliati, traditi. Come dico nell'
«Apocalisse», l' abitudine genera rassegnazione. La rassegnazione genera
apatia. L' apatia genera inerzia. L' inerzia genera indifferenza, ed
oltre a impedire il giudizio morale l' indifferenza soffoca l' istinto
di autodifesa cioè l' istinto che induce a battersi. Oh, per qualche
settimana o qualche mese lo capiranno sì d' essere odiati e disprezzati
dal nemico che trattano da amico e che è del tutto refrattario alle
virtù chiamate Gratitudine, Lealtà, Pietà. Usciranno sì dall' apatia,
dall' inerzia, dall' indifferenza. Ci crederanno sì agli annunci di Saad
al-Faqih e agli espliciti, chiari, precisi avvertimenti pronunciati da
Bin Laden and Company. Eviteranno di prendere i treni della sotterranea.
Si sposteranno in automobile o in bicicletta. (Ma Theo van Gogh fu
ammazzato mentre si spostava in bicicletta). Attenueranno il buonismo o
il servilismo. Si fideranno un po' meno del clandestino che gli vende la
droga o gli pulisce la casa. Saranno meno cordiali col manovale che
sventolando il permesso di soggiorno afferma di voler diventare come
loro ma intanto fracassa di botte la moglie, le mogli, e uccide la
figlia in blue jeans. Rinunceranno anche alle litanie sui Viaggi della
Speranza, e forse realizzeranno che per non perdere la Libertà a volte
bisogna sacrificare un po' di libertà. Che l' autodifesa è legittima
difesa e la legittima difesa non è una barbarie. Forse grideranno
addirittura che la Fallaci aveva ragione, che non meritava d' essere
trattata come una delinquente. Ma poi riprenderanno a trattarmi come una
delinquente. A darmi di retrograda xenofoba razzista eccetera. E quando
l' attacco verrà, udiremo le consuete scemenze. Colpa-degli-americani,
colpa-di-Bush.
Quando verrà, come avverrà quell'attacco? Oddio,
detesto fare la Cassandra. La profetessa. Non sono una Cassandra, non
sono una profetessa. Sono soltanto un cittadino che ragiona e ragionando
prevede cose che secondo logica accadranno. Ma che ogni volta spera di
sbagliarsi e, quando accadono, si maledice per non aver sbagliato.
Tuttavia riguardo all' attacco contro l' Italia temo due cose: il Natale
e le elezioni. Forse supereremo il Natale. I loro attentati non sono
colpacci rozzi, grossolani. Sono delitti raffinati, ben calcolati e ben
preparati. Prepararsi richiede tempo e a Natale credo che non saranno
pronti. Però saranno pronti per le elezioni del 2006. Le elezioni che
vogliono vedere vinte dal pacifismo a senso unico. E da noi, temo, non
si accontenteranno di massacrare la gente. Perché quello è un Mostro
intelligente, informato, cari miei. Un Mostro che (a nostre spese) ha
studiato nelle università, nei collegi rinomati, nelle scuole di lusso.
(Coi soldi del genitore sceicco od onesto operaio). Un Mostro che non s'
intende soltanto di dinamica, chimica, fisica, di aerei e treni e
metropolitane: s' intende anche di Arte. L' arte che il loro presunto
Faro-di-Civiltà non ha mai saputo produrre. E penso che insieme alla
gente da noi vogliano massacrare anche qualche opera d' arte. Che ci
vuole a far saltare in aria il Duomo di Milano o la Basilica di San
Pietro? Che ci vuole a far saltare in aria il David di Michelangelo, gli
Uffizi e Palazzo Vecchio a Firenze, o il Palazzo dei Dogi a Venezia?
Che ci vuole a far saltare in aria la Torre di Pisa, monumento
conosciuto in ogni angolo del mondo e perciò assai più famoso delle due
Torri Gemelle? Ma non possiamo scappare o alzare bandiera bianca.
Possiamo soltanto affrontare il mostro con onore, coraggio, e ricordare
quel che Churchill disse agli inglesi quando scese in guerra contro il
nazismo di Hitler. Disse: «Verseremo lacrime e sangue». Oh, sì: pure noi
verseremo lacrime e sangue. Siamo in guerra: vogliamo mettercelo in
testa, sì o no?!? E in guerra si piange, si muore. Punto e basta.
Conclusi così anche quattro anni fa, su questo giornale.""
(Oriana Fallaci, Corriere della Sera, 16 luglio 2005)