“” E’ su queste due classi di persone, i produttori (…) e i
bottegai, che fondo l’ipotesi che mi prefiggo di offrire al pubblico; è grazie
ai guadagni realizzati con il proprio lavoro o la loro operosità nel commercio,
grazie al loro altissimo numero, che il consumo interno dei prodotti nostri e
di quelli di nazioni straniere e importati qui è così straordinariamente alto,
che il nostro commercio è assurto a un tale prodigio di grandezza, come passerò
a dimostrare … Questa è la gente che si prende il grosso dl vostro consumo; è
grazie a queste persone che i vostri mercati restano aperti fino a tardi il
sabato sera (…) Il loro numero non è nell’ordine delle centinaia e delle
migliaia, o delle centinaia di migliaia, ma bensì di milioni; è grazie al loro
numero , badate bene, che tutte le ruote del commercio procedono a dovere, che
la manifattura e il prodotto della terra e del mare viene finito, conservato e
preparato per i mercati esteri; è grazie all’entità dei loro mezzi che si sostengono
e all’entità del loro numero che l’intero paese si sostiene; è grazie ai loro
salari che la gente può vivere nell’abbondanza e grazie al loro prodigo,
munifico e libero modo di vivere che il consumo interno, sia di prodotti
interni che di quelli esteri, è giunto a tal dimensioni…””.
(Daniel
Defoe, “A Plan of the English Commerce”,
pp. 76-77)
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