“”Ancora nel 1776 Adam Smith continuava a ritenere l’Olanda
più ricca dell’Inghilterra. Come faceva a saperlo? Raffrontando i tassi di
interesse dei due paesi e scoprendo che il governo olandese poteva prendere a
prestito al 2%, i privati al 3%. I tassi inglesi, scrisse Smith, erano di circa
un punto più alto, quelli scozzesi forse due. Ciò significava, proseguì Smith, che
il capitale era più abbondante in Olanda e i profitti più bassi. Certo, gli
imprenditori olandesi lamentavano la scarsità di affari, ma per Smith i
profitti bassi erano “la naturale conseguenza del benessere”, e i mercanti
olandesi pativano in pratica quella che i marxisti avrebbero più tardi definito
falsa coscienza. Smith notò altresì che “i salari da lavoro pare siano più
alti in Olanda che in Inghilterra”, altro elemento a dimostrazione della
maggior ricchezza dell’Olanda. Certo, poteva dimostrare questo, ma poteva anche
implicare che l’Olanda stesse crescendo più rapidamente dell’Inghilterra, e
questo era semplicemente non vero. Ricordiamoci che Smith aveva già operato
tale correlazione tra alti salari r livello di crescita allorché confrontò le
colonie americane con la madrepatria. “Sebbene il Nord America” scrisse, “non è
ancora ricco come l’Inghilterra, è molto più fiorente e avanza molto più
speditamente nell’acquisizione di ricchezza”. Smith avrebbe dovuto applicare
gli standard del suo raffronto tra Gran Bretagna e Nord America a quello tra
Gran Bretagna e Olanda; vale a dire distinguere tra ricchezza e crescita, tra l’essere
ricchi e l’essere dinamici. Ciò lo avrebbe allertato sui segnali di
rallentamento dell’economia olandese. Invece, egli si incentrò su un’Olanda
traboccante di capitali e alla ricerca di sbocchi di investimenti esteri, cosa
peraltro rispondente al vero. Già all’inizio del XVIII secolo gli olandesi
riversavano grosse somme di denaro nei fondi britannici e francesi, oltreché in
titoli della Banca d’Inghilterra, in India orientale e nel Pacifico
meridionale. Lo facevano, ovviamente, perché le piazze inglese e francese rendevano
di più; ma il punto è che rendevano di più perché la domanda interna era
maggiore e l’offerta minore e questo perché – almeno in Inghilterra – la crescita
economica era più rapida.””
David Landes, “La ricchezza e la povertà delle nazioni”,
pgg. 470-471)
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