“” Lo Stato ottomano era una macchina da saccheggio che
aveva bisogno di bottini o di terra per autoalimentarsi, per poter andare avanti,
per ricompensare la propria classe di funzionari. In precedenza gli ottomani
avevano riempito un vuoto di potere, avevano conquistato una regione un tempo
forte e adesso indebolita, saccheggiando a proprio piacimento. Adesso non
potevano più prendere dall’esterno, avrebbero dovuto generare ricchezza al
proprio interno, promuovere investimenti produttivi. E invece tornarono alle
loro consuetudini e tentarono di saccheggiare il loro stesso territorio, di
spremere i propri sudditi. Niente poté più considerarsi sicuro, neanche le
ricchezze degli alti funzionari. E niente più dell’insicurezza genera
autodistruzione. L’unica cosa che salvò l’impero dalla disintegrazione fu la
sua inefficienza, la venalità dei suoi funzionari e gli interessi conservatori
di potenze più forti.””
(David Landes, “La ricchezza e la povertà delle nazioni”,
pg. 427-428)
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