giovedì 9 febbraio 2017

Stanco di coccolare i sovietici.



“” Il presidente americano Harry S. Truman aveva passato i suoi primi otto mesi alla Casa Bianca cercando di capire come trattare con i sovietici. (…) Adesso era risoluto a seguire una linea di condotta chiara. All’inizio di gennaio 1946, scrisse al suo segretario di Stato, James Byrnes:


“” I russi sono stati una seccatura fin da Potsdam. L’attuale presenza di truppe russe in Iran e il fatto che la Russia fomenti la ribellione laggiù (…) è un oltraggio, se mai ne ho visto uno. Non c’è alcun dubbio (…) che la Russia abbia intenzione di invadere la Turchia e impadronirsi degli stretti che collegano il Mar Nero a Mediterraneo (…) A meno che la Russia non venga affrontata con il pugno di ferro e un linguaggio risoluto, si sta preparando un’altra guerra. L’unica lingua che capiscono è: “quante divisione avete?”. Penso che non dovremmo più scendere a compromessi (…) Sono stanco di coccolare i sovietici “.


Erano bastati meno di sei mesi perché gli Alleati nel più devastante conflitto della storia diventassero nemici, e tali sarebbero rimasti per i quarant’anni a venire.””



(Victor Sebestyen, “1946. La guerra in tempo di pace”, pg. 31-32)

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