giovedì 3 marzo 2016

Essi non pregarono Dio perché desse loro la risposta.



“” Nel 1744, in Scozia, due ecclesiastici presbiteriani, Alexander Webster e Robert Wallace, decisero di creare un fondo assicurativo sulla vita che avrebbe fornito pensioni alle vedove e agli orfani di ministri del culto deceduti. Il loro programma prevedeva che ciascuno dei ministri del culto pagasse una piccola quota del proprio reddito mettendola in un fondo che avrebbe poi investito quel denaro. Se un ecclesiastico moriva, la sua vedova avrebbe ricevuto i dividendi sui profitti di quel fondo. Ciò avrebbe consentito alla donna di vivere dignitosamente per il resto della sua vita. Ma per determinare quanto gli ecclesiastici avrebbero dovuto pagare in modo che il fondo fosse abbastanza consistente per far fronte alle obbligazioni, Webster e Wallace avevano bisogno di prevedere quanti ministri del culto fossero morti ciascun anno, quante vedove e orfani avrebbero lasciato, e per quanti anni le vedove sarebbero sopravvissute ai loro mariti. Si faccia attenzione a ciò che i due ecclesiastici non fecero. Essi non pregarono Dio perché desse loro la risposta. Né la cercarono nelle Sacre scritture o tra le opere degli antichi teologi. E neppure si inoltrarono in astratte speculazioni filosofiche. Essendo scozzesi, erano due tipi pratici. Si misero in contatto con un professore di matematica dell’università di Edimburgo, Colin Maclaurin. Insieme a lui raccolsero dati sulle età nelle quali la gente morva e li usarono per calcolare quanti loro colleghi probabilmente erano destinati a passare a miglior vita. Il loro lavoro si fondava su diverse nuove conquiste nei campi della statistica e del calcolo delle probabilità. Una di queste era la famosa “legge dei grandi numeri” di Jacob Bernoulli. Bernoulli aveva codificato il principio secondo cui, mentre sarebbe stato difficile prevedere con certezza un singolo evento quale la morte di una particolare persona, era però possibile prevedere con grande accuratezza il risultato medio di molti eventi simili. In altre parole, mentre Maclaurin non sarebbe stato in grado di prevedere se Webster e Wallace fossero venuti a mancare l’anno a venire, poteva però, in base a sufficienti dati, dire a Webster e Wallace quanti ministri presbiteriani scozzesi sarebbero presumibilmente morti l’anno a venire. Fortunatamente avevano dati pronti da utilizzare. Si dimostrarono particolarmente utili le tavole attuariali pubblicate cinquant’anni prima da Edmond Halley. Halley aveva analizzato le registrazioni di 1238 nascite e di 1174 decessi ottenuti dalla città di Breslau, in Germania. Le tavole di Halley consentirono di vedere, per esempio, che una persona di vent’anni aveva una probabilità su 100 di morire in un dato anno, mentre una persona di cinquant’anni ne aveva una su 39. Passando in rassegna questi numeri, Webster e Wallace conclusero che su una media di 930 ministri presbiteriani viventi ogni anno ne sarebbero morti in media 27, 18 dei quali avrebbero lasciato delle vedove. Cinque di loro non avrebbero lasciato vedove ma figli orfani, e due di quelli che avevano lasciato vedove avevano anche responsabilità di figli nati da precedenti matrimoni, i quali non avevano ancora raggiunto l’età dei sedici anni. Calcolarono anche quanto tempo sarebbe probabilmente passato prima che la vedova morisse o si risposasse (in entrambe queste eventualità, sarebbe cessato il pagamento della pensione). Questi dati consentirono a Webster e Wallace di determinare quanto denaro i ministri presbiteriani aderenti al fondo pensione avrebbero dovuto pagare allo scopo di provvedere ai propri cari quando loro non ci fossero stati più. Contribuendo con 2 sterline, 12 scellini e 2 pence l’anno, un ministro del culto poteva garantirsi che sua moglie, una volta rimasta vedova, avrebbe ricevuto almeno 10 sterline l’anno – una somma non da poco, in quel tempo. Se per caso pensava che non fosse abbastanza, poteva sceglier di versare di più, fino ad un massimo di 6 sterline, 11 scellini e 3 pence l’anno – che avrebbe garantito alla sua vedova di ricevere la somma ancor più ragguardevole di 25 sterline l’anno. Secondo i loro calcoli, per l’anno 1765 il Fondo di Previdenza per Vedove e Figli dei Ministri della Chiesa di Scozia avrebbe avuto un capitale ammontante a 58.348 sterline. I loro calcoli si rivelarono sorprendentemente accurati. Quando giunse l’anno in questione, il capitale del Fondo stava a 58.347 sterline – solo uno in meno di quanto era stato preventivato! Era addirittura meglio delle profezie di Abacuc, di Geremia e di san Giovanni.””

Yuval Noah Harabi, “Da animali a dei. Breve storia dell’umanità”, 2011, 2° ed. it. 2015, pagg. 312-314

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