lunedì 17 ottobre 2016

I profitti bassi erano la naturale conseguenza del benessere.



“”Ancora nel 1776 Adam Smith continuava a ritenere l’Olanda più ricca dell’Inghilterra. Come faceva a saperlo? Raffrontando i tassi di interesse dei due paesi e scoprendo che il governo olandese poteva prendere a prestito al 2%, i privati al 3%. I tassi inglesi, scrisse Smith, erano di circa un punto più alto, quelli scozzesi forse due. Ciò significava, proseguì Smith, che il capitale era più abbondante in Olanda e i profitti più bassi. Certo, gli imprenditori olandesi lamentavano la scarsità di affari, ma per Smith i profitti bassi erano “la naturale conseguenza del benessere”, e i mercanti olandesi pativano in pratica quella che i marxisti avrebbero più tardi definito falsa coscienza. Smith notò altresì che “i salari da lavoro pare siano più alti in Olanda che in Inghilterra”, altro elemento a dimostrazione della maggior ricchezza dell’Olanda. Certo, poteva dimostrare questo, ma poteva anche implicare che l’Olanda stesse crescendo più rapidamente dell’Inghilterra, e questo era semplicemente non vero. Ricordiamoci che Smith aveva già operato tale correlazione tra alti salari r livello di crescita allorché confrontò le colonie americane con la madrepatria. “Sebbene il Nord America” scrisse, “non è ancora ricco come l’Inghilterra, è molto più fiorente e avanza molto più speditamente nell’acquisizione di ricchezza”. Smith avrebbe dovuto applicare gli standard del suo raffronto tra Gran Bretagna e Nord America a quello tra Gran Bretagna e Olanda; vale a dire distinguere tra ricchezza e crescita, tra l’essere ricchi e l’essere dinamici. Ciò lo avrebbe allertato sui segnali di rallentamento dell’economia olandese. Invece, egli si incentrò su un’Olanda traboccante di capitali e alla ricerca di sbocchi di investimenti esteri, cosa peraltro rispondente al vero. Già all’inizio del XVIII secolo gli olandesi riversavano grosse somme di denaro nei fondi britannici e francesi, oltreché in titoli della Banca d’Inghilterra, in India orientale e nel Pacifico meridionale. Lo facevano, ovviamente, perché le piazze inglese e francese rendevano di più; ma il punto è che rendevano di più perché la domanda interna era maggiore e l’offerta minore e questo perché – almeno in Inghilterra – la crescita economica era più rapida.””

David Landes, “La ricchezza e la povertà delle nazioni”, pgg. 470-471)

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