venerdì 14 ottobre 2016

Lo Stato ottomano era una macchina da saccheggio.



“” Lo Stato ottomano era una macchina da saccheggio che aveva bisogno di bottini o di terra per autoalimentarsi, per poter andare avanti, per ricompensare la propria classe di funzionari. In precedenza gli ottomani avevano riempito un vuoto di potere, avevano conquistato una regione un tempo forte e adesso indebolita, saccheggiando a proprio piacimento. Adesso non potevano più prendere dall’esterno, avrebbero dovuto generare ricchezza al proprio interno, promuovere investimenti produttivi. E invece tornarono alle loro consuetudini e tentarono di saccheggiare il loro stesso territorio, di spremere i propri sudditi. Niente poté più considerarsi sicuro, neanche le ricchezze degli alti funzionari. E niente più dell’insicurezza genera autodistruzione. L’unica cosa che salvò l’impero dalla disintegrazione fu la sua inefficienza, la venalità dei suoi funzionari e gli interessi conservatori di potenze più forti.””

(David Landes, “La ricchezza e la povertà delle nazioni”, pg. 427-428)

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