In tutte le società, ed in quelle quotate con maggiore enfasi
essendo coinvolti azionisti terzi puramente passivi, assumono particolare
rilevanza le c.d. operazioni correlate, quelle che la società quotata compie
con soggetti che hanno un potenziale conflitto di interessi, come i propri
amministratori, gli azionisti di controllo e riferimento, la società
controllante ed altre società del gruppo.
I rischi sottesi a tali operazioni
sono il possibile trasferimento di ricchezza a favore delle parti correlate (ed
a discapito della società), e che tali operazioni non siano nell’interesse
della società stessa.
Il tema è particolarmente rilevante in Italia, laddove si
osservi che il 68% delle società quotate è controllato, di diritto o di fatto,
da un singolo azionista, e che il 24% ha assetti di controllo rappresentati da
patti fra azionisti (il 17%) e da coalizioni informali (il 7%). Ulteriore
elemento di riflessione (su cui il mondo dei gestori attivi si sta sempre più
concentrando) è la presenza di strumenti di possibile, forte amplificazione
degli interessi di azionisti e società.
Ogni anno le operazioni con parti
correlate segnalate alla Consob sono in media 80 (per un universo di circa 260
società quotate) e circa 30 quelle indicate nei bilanci societari come
“ordinary course of business”.
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