L’ISTAT ha meticolosamente censito le società
partecipate dalla P.A. centrale e locale, che occupano 977.792 persone (dati
2012); di queste 11.024 società, 7.726 sono le partecipate degli enti locali
(il 70%); 7.685 le società attive, mentre le restanti 3.339 si dividono fra
società inattive ma che hanno presentato un bilancio (1.454), società “fuori
campo d’osservazione (994), altre non classificabili (891). Le società per
azioni di maggiore dimensione (oltre 250 addetti) sono le più numerose ed
occupano 780.000 addetti, l’80% del totale dei dipendenti; il 68,7% delle
società censite è controllato da un solo socio, e quelle dove la quota pubblica
è inferiore al 20% sono il 25,6%; 994 società sono imprese agricole o non
profit, ed impiegano 16.579 addetti. I settori di maggiore presenza pubblica
sono, nell’ordine, le attività professionali, scientifiche e tecniche (il 13,4%
delle società), il trattamento delle acque (11,9%), le attività di amministrazione
e servizi di supporto (10,9%). La singola regione con il maggior numero di
società è il Lazio, con l’area Nord-Ovest in testa col 27,7% delle imprese ed
il 21,1% degli addetti, con una dimensione media per impresa di 94 addetti.
L’indagine ISTAT porta a numeri ben superiori alle 8.000 aziende prese a
riferimento del “Piano Cottarelli”, che prevedeva di tagliarne 7.000 nell’arco
di 4 anni.
Grandi numeri, grandi tagli?
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