Due milioni di
professionisti (600.000 medici in servizio e 173.000 pensionati, 250.000 agenti
di commercio in servizio e 120.000 pensionati, 170.000 avvocati in servizio e
26.000 pensionati, 165.000 ingegneri ed architetti in servizio e 20.000
pensionati, e via via tutti gli altri professionisti iscritti ai vari Albi)
hanno affidato 55 miliardi di euro alla gestione delle Casse di Previdenza, che
è il maggior soggetto investitore istituzionale nel panorama italiano (dopo
l’INPS), ben più “ricco” dei fondi pensione negoziali (2 milioni di iscritti e
33 miliardi in gestione) e delle fondazioni bancarie (25 miliardi investiti in
attività finanziarie diverse da partecipazioni bancarie).
Casse
soggette ad una proliferazione di controlli formali, ben 6 livelli: collegio
sindacale, società di revisione, commissione parlamentare, 2 ministeri (Welfare
e MEF), corte dei conti; ma esse vivono nella assenza di una vigilanza
sostanziale, che ben possiamo definire “deflagrante”, visti i ripetuti scandali
e le scoperte di “mala gestio”; l’ultima ha coinvolti le Casse di ragionieri,
giornalisti, medici.
Nessun
iscritto ha diritto di chiedere alla “sua Cassa” di rendere conto di come sono
investiti gli “assets” finanziari : da ultimo, il Tar del Lazio (sentenza n.
2307/2014) ha negato tale accesso eccependo che la legge non consente un
“”controllo generico e generalizzato sull’attività dell’amministrazione (della
Cassa)”” perché “”sussiste la legittima pretesa dell’amministrazione a non
subire intralci alla propria istituzionale””, pretesa che causerebbe un
“”appesantimento dell’azione amministrativa in contrasto con il canone
fondamentale dell’efficienza ed efficacia dell’azione””.
Ma i fondi
delle Casse sono i risparmi accumulati dagli iscritti anno dopo anno; si pensi
che nel 2014 sono destinati all’investimento 5 miliardi; dove e come saranno
investiti? Sicuramente, senza trasparenza; gli “advisors” delle Casse sono
sistematicamente scelti senza appropriate gare, ma sulla base di rapporti
“consolidati”: prova ne è che i maggiori consulenti indipendenti internazionali
(quelli che curano gli investimenti dei fondi di Università prestigiose, fondi
pensione private delle maggiori multinazionali mondiali) non vengono mai
invitati ai “beauty contest”, dove concorrono solo attuari nazionali.
La
commissione parlamentare invoca trasparenza e chiede che verbali e delibere
delle Casse vengano pubblicati sul web: come fa la FED statunitense, che
pubblica le “minutes” delle riunioni periodiche del Board entro i successivi 15
giorni.
“Tu
vuoi far l’americano … “.
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