Alla fine degli
anni Trenta, “”la supremazia economica mondiale degli Stati Uniti, il grande
balzo in avanti dell’Unione Sovietica, l’avvento dell’imperialismo giapponese
in Asia, se avevano più che scalfito il ruolo egemonico della Francia e dell’Inghilterra,
avevano addirittura ridicolizzato le basi reali della potenza italiana. In fatto
di agricoltura non meno che di produzione pro capite, di infrastrutture dei
trasporti oltre che di spese militari, l’Italia si trovava ad un livello
incomparabilmente più basso di tutti gli altri paesi a fianco dei quali o
contro i quali minacciava di entrare in guerra. Il dato più significativo resta
tuttavia quella della incommensurabile povertà di materie prime: di fronte alla
disponibilità di carburante pro capite che era di 17.000 tonnellate per gli
Stati Uniti, di 6.300 per l’Unione Sovietica, di 3.810 per il Terzo Reich, di
3.700 per la Gran Bretagna, di 227 per il Giappone, di 207 per la Francia, l’Italia
non poteva contare che su 3 tonnellate di carburante pro capite.””
La Storia d’Italia, Dall’Unità ad oggi, Libro
12, Dall’Italia fascista all’Italia repubblicana, pag. 2274.
Einaudi/IlSole24Ore, 2005.
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