Solo una delle oltre 300 regioni europee
aventi diritto ai fondi strutturali europei non ha presentato entro i termini
previsti: la Campania. I programmi operativi della regione campana (insieme a
quello della Puglia, giunto in ritardo ma entro fine anno) saranno esaminati
dalla Commissione UE dopo l’estate 2015, quasi 1 anno in ritardo rispetto al
primi programmi già approvati e resi esecutivi. I Piani Operativi Regionali
(POR) di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trento e Bolzano, Liguria, Emilia,
Toscana, Marche, Umbria e Lazio andranno a decisione entro gennaio 2015,
insieme al Programma nazionale Cultura, con la previsione di spesa entro marzo
2015. Le regioni “in difficoltà” coi fondi UE sono Campania, Calabria e
Sicilia; il governo italiano ha dimezzato al 25% il co-finanziamento nazionale;
il lavoro di preparazione dei POR è stato reso più difficile dal c.d. Piano di
rafforzamento amministrativo (PRA), imposto a tutte le amministrazioni titolari
di programmi operativi: “uno degli elementi su cui si giudica la capacità delle
amministrazioni di realizzare i programmi operativi di cui sono responsabili”,
come ricordato dalla DG Politiche regionali della UE in una lettera inviata a
governo e regioni.
L’extra-time in italiano porta spesso, quasi sempre,
all’autogol.
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