domenica 8 maggio 2016

La prudenza porta facilmente con sé la rinuncia al alcune delle cose più attraenti della vita.




“”L’uomo civile si distingue dal selvaggio principalmente per la prudenza o, per usare un termine un poco più ampio, per la previdenza. Egli preferisce prolungare le pene  presenti pur di assicurarsi dei piaceri futuri, anche se questi piaceri futuri sono alquanto distanti. Questo concetto cominciò ad acquistare importanza con il sorgere dell’agricoltura: nessun animale e nessun selvaggio lavorerebbero in primavera per avere del cibo nel futuro inverno (…) La vera previdenza si ha soltanto quando un uomo fa qualcosa a cui nessun impulso lo spinge, solo perché la sua ragione gli dice che ne trarrà profitto in qualche epoca futura. La caccia non richiede previdenza alcuna, perché è divertente: ma arare il suolo è una fatica che non può essere fatta per impulso spontaneo. La civiltà modera gli impulsi non solo attraverso la previdenza, che è un freno interiore, ma anche attraverso la legge, i costumi, la religione. Questo freno è ereditato dall’età barbarica, ma la civiltà lo rende meno istintivo e più sistematico. Certi atti sono designati come criminali e vengono puniti; certi latri, anche se non puniti dalla legge, sono designati come cattivi ed espongono chi se ne rende colpevole alla disapprovazione della società. (…) Da una parte, gli obiettivi della comunità acquistano importanza preminente su quelli dell’individuo, e dall’altra l’individuo, avendo preso l’abitudine di considerare la propria vita nel suo complesso, sacrifica sempre più il presente al futuro. 
E’ evidente che questo processo può essere spinto troppo oltre come, per esempio, nel caso dell’avaro. Ma, senza arrivare a simili estremi, la prudenza porta facilmente con sé la rinuncia al alcune delle cose più attraenti della vita. Chi adora Dioniso reagisce contro la prudenza. Nell’ebbrezza fisica o spirituale, ritrova un’intensità di sensazioni che la prudenza aveva distrutto; trova che il mondo è pieno di piacere e di bellezza, e la sua immagine si libera di colpo della prigione delle preoccupazioni quotidiane. Il rituale bacchico produceva il cosiddetto “entusiasmo”, che etimologicamente significa l’ingresso del dio nel suo adoratore, il quale crede quindi di divenire una cosa sola con il dio. Molte delle più grandi conquiste umane implicano qualche elemento di ebbrezza, uno spazzar via la prudenza da parte della passione. Senza l’elemento bacchico, la vita sarebbe priva di interesse; così, è pericolosa. Prudenza contro passione è un conflitto che si prolunga attraverso la storia.””

Bertrand Russell, Storia della filosofia occidentale.

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