sabato 25 luglio 2015

Le carte di credito in pieno boom.



 “With a little help from my friend” la carta di credito, i consumi inglesi sono tornati ai livelli pre-crisi, facendo lievitare il debito privato dei cittadini di sua maestà la Regina d’Inghilterra; paese virtuoso nei conti pubblici (il debito statale è inferiore al 70% del PIL), spendaccione a suon di debito finanziario nelle scelte personali con un marcato trend di incremento dell’indebitamento (ad un tasso annuo del 7% superiore alla dinamica dei salari, peraltro anch’essi in aumento), in un contesto segnato da ritrovata attività economica, alti livelli di occupazione, bassi tassi di interesse (vicini allo zero) tutti elementi che spingono al ricorso al debito col risultato di sostenere i consumi privati, ampio utilizzo del “surfing”: la tecnica che consente di passare da una carta di credito all’altra, usufruendo della mancata applicazione di interessi passivi (c.d. “interest free”) per un periodo lungo (sino all’anno scorso 2 anni, ora anche 3 anni), il tutto per stimolare la corsa all’acquisto di beni durevoli come voluttuari. Secondo Moody’s “il problema si crea al termine del periodo interest free. Se non è stato pagato il montante accumulato cominciano a maturare gli interessi su cifre consistenti”. Il quadro è semplice, come riassume la Bank of England nel suo invito ai britannici “a gestire le proprie finanze” in modo avveduto, in vista di un aumento del tassi di interesse che sembra avvicinarsi. Formiche pubbliche, cicale individuali.

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