lunedì 23 febbraio 2015

Agli inglesi piace lungo.


La durata media del debito inglese, 14,6 anni, è la più lunga dei paesi occidentali: 6,7 anni per la Francia, 6,5 anni per la Germania, 6,3 anni per l’Italia, 6,5 anni per il Giappone, 5,7 anni per gli USA. Più lunga la durata, maggiore la tranquillità del paese debitore, maggiore la stabilità e la “gestibilità” di flussi finanziari in entrata (nuove emissioni) ed uscita (rimborsi) anche in periodi di eventuale “turbolenza”. Fra il 2011 ed il 2014, l’Inghilterra ha aumentato la durata media da 13,9 a 14,6 anni; gli USA da 4,9 a 5,5 anni; l’Italia ha diminuito la durata media del suo debito da 7,2 a 6,3 anni. 
Che cosa vuol dire e come è stato possibile? 
Per Inghilterra ed USA, l’allungamento della durata media del debito è stato reso possibile dalle operazioni di QE (Quantitative Easing) fatte da Fed e BofE: le banche centrali hanno acquistato titoli di stato dal mercato, lungo le varie scadenze (a breve, medio, lungo termine), ridotto i tassi di interesse, e spingendo i rispettivi governi ad emettere debito a più lungo termine ed a costi inferiori a quelli precedenti. 
Sarà possibile spostare nel tempo l’”asticella” della scadenza del debito anche per i paesi europei, grazie all’impatto che potrà avere il QE della BCE, quantificabile sino a 1.140 miliardi di euro, fra marzo 2015 e settembre 2016? “”Il QE … porta ad un aumento della domanda per i titoli con scadenze extra lunghe. Questo permette ai Paesi dell’area euro di allungare la durata media del debito … allungare in modo importante la vita media del debito richiede tempo, ma il 2015 si pone come un anno particolarmente favorevole””. La Spagna ci ha già provato in anticipo, lanciando una emissione a 50 anni, lo scorso autunno; secondo stime bancarie, anche l’Italia seguirebbe questa strada, raddoppiando l’ammontare di emissioni a 30 anni da 7 a 13 miliardi di euro. 
Lunga vita al debito ed al debitore.

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