La Commissione UE ha pubblicato l’indice dell’economia e
della società digitali (DESI), da cui emerge la posizione di retroguardia dell’Italia,
quart’ultima in Europa (prima di Grecia, Bulgaria, Romania), con un indice sintetico
di 0,36 (su una scala sino ad 1); il miglior indice è quello danese (0,68),
seguito da Svezia (0,66), Olanda (0,63), Finlandia (0,62). L’indice è una
sintesi di 33 indicatori che misurano il livello di sviluppo digitale. L’Italia
presenta “”il livello di copertura più basso della UE”” per le connessioni
internet veloci (il 21% del paese è coperto, contro il 62% medio europeo), e
del 2% per la banda ultralarga (contro il 22% europeo); il problema non è
limitato alla carenza di infrastrutture: in termini di utilizzo, solo il 59%
della popolazione adulta (fra 16 e 75 anni) utilizza internet, contro una media
europea del 75%, con un 3% che non avrebbe mai usato internet; in termini di
fruizione internet, poca lettura di giornali on-line (60%, in terz’ultima
posizione), uso di TV (0,5%, in ultima posizione), video-on-demand (20%),
social network (58%), shopping on-line (52%), banking in-line (35%), rapporti
con la P.A. (18%).
Italia paese della cultura? Sicuramente non quella digitale,
ed abbiamo dubbi anche su quella “analogica”, visti gli indici di lettura di
libri e quotidiani e le visite ai musei.
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