lunedì 23 febbraio 2015
Precari scolastici: l’urgenza della stabilizzazione.
Gli insegnanti in Italia sono 800mila, gli studenti 7 milioni e 300mila, le scuole 32.500; nel 1950, gli insegnanti erano 276.900, gli studenti 5 milioni e 700mila, le scuole 45.900 (fonti: TEH Ambrosetti; OCSE).
Il governo ha appena annunciato una maxi-assunzione di 120.000-130.000 insegnanti, oggi precari (per 100.000 di loro si tratta delle ormai famose posizioni c.d. “Gae”), in una “stabilizzazione” dell’organico. Si partirà da quanti hanno 36 mesi di contratti a termine negli ultimi 5 anni, così da adeguarsi alla sentenza UE del 26.11.2014 che impone una messa a regime.
Il rinnovo della precarietà attraverso contratti a tempo determinato da parte dello stato che con l’altra mano reprimenda, con il novello JobAct, il settore privato limitandone il ricorso al tempo determinato e forme diverse di rapporto lavorativo è ben definibile come “kafkiano”.
Ulteriori 40.000-50.000 cattedre dovrebbero essere messe a concorso nel 2016, portando a 170.000-180.000 il totale della manovra.
In 65 anni, l’evoluzione è stata contrassegnata da una divaricazione: gli insegnanti sono cresciuti di un fattore 2,88, gli studenti di un fattore 1,28. Tenuto conto del normale turnover, oggi ci sono 530mila insegnanti in più del 1950, con una crescita del 188,9%, pari ad un +2,9% annuo; gli insegnanti raggiunsero il massimo di 860.200 nel 1990, per poi diminuire, seguendo la contemporanea discesa del numero degli studenti, che superata la fase del “boom demografico” degli anni Sessanta che aveva portato il loro numero a 8 milioni e 600mila nel 1970, poi ad un massimo di 9 milioni e 700mila fra metà anni Settanta e tutti gli anni Ottanta, sono scesi agli attuali 7 milioni e 300mila. Gi studenti oggi sono 1 milione e 600mila in più di 65 anni fa, pari ad un +0,4% l’anno. Molti insegnanti dietro le cattedre: dove ce n’era 1, oggi sono 2,88; la scolarità è aumentata, l’analfabetismo è crollato dal 12,9% del 1950 all’1% del 2014.
Proprio sicuri che gli italiani siano un popolo di alfabetizzati?
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