Nel 2012, i fondi immobiliari giunti a
scadenza (e quindi, rimborsabili agli investitori, prevalentemente “retail”) furono
6,5 miliardi di euro; erano 5,8 miliardi nel 2013; sono 4,7 miliardi a fine
2014. Le difficoltà del mercato immobiliare, con offerta elevata e domanda
asfittica, ha determinato da un lato fusioni ed acquisizioni fra i fondi per contrastare
la contrazione dei risultati delle società di gestione, dall’altro con un
allungamento delle scadenze di rimborso; la Banca d’Italia ha manifestato
preoccupazione per il rischio di un eccesso di pressione al ribasso sul valore
degli attivi, segnalando l’opportunità di una più graduale, e lenta,
liquidazione del patrimonio immobiliare detenuto dai fondi immobiliari; il
provvedimento relativo è arrivato nell’agosto 2014 (legge 116/2014, che ha
introdotto la proroga straordinaria di durata massima biennale per i fondi
immobiliari retail, estensibile sino al 31.12.2017 per i soli fondi che fossero
in scadenza entro il 31.12.2015). Nelle parole di Assoimmobiliare “”le
considerazioni fatte a suo tempo dall’Organo di vigilanza rivelano non
solamente i potenziali effetti di un eccesso di offerta su un mercato
immobiliare già in affanno, quanto il rischio sistemico che tale situazione può
innescare. A poco è servito il ricorso ai periodi di grazia o proroghe poiché si
è solo spostato in avanti il problema, confidando in un’improbabile ripresa del
mercato immobiliare””. Le proroghe ritardano la possibilità dei risparmiatori
di recuperare il capitale investito, che nel frattempo ha un NAV (valore netto
del fondo) superiore al presumibile valore di realizzo del patrimonio
immobiliare. Nel 2014, il fondo in scadenza con il patrimonio maggiore è
Atlantic1 di IdeaFimit (586 milioni, pari al 12,5% del totale in scadenza nel
2014, pari a 4.678,5 milioni), seguito da Alpha di IdeaFimit (382,9 milioni,
pari all’8,2% del totale 2014) e da Tecla di Prelios (331,9 milioni, pari al
7,1% del totale 2014). Mattoncini o pezzi di un Lego?
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