La
formazione dei prezzi di prodotti e servizi è tema cruciale per avere un
mercato efficiente, rappresentativo della domanda e dell’offerta, delle
quantità di beni (fisici od intangibili), della loro disponibilità a pronti ed
a termine.
L’Antitrust
ha aperto i riflettori sul sistema di formazione e quotazione dei prezzi
agricoli, auspicando nuovi meccanismi, per rendere i mercati dei cereali e dei
prodotti zootecnici più aperti alla concorrenza ed al mercato, quindi più
remunerativi per le imprese agricole. Il riflettore si è acceso, per iniziare,
sul mercato del riso, una commodity che vede l’Italia terzo produttore in
Europa, con oltre 4.000 aziende agricole che producono 4,5
milioni di tonnellate di riso, nelle varie tipologie (superfini di
qualità; indica per condimenti, a chicco allungato); cifre significative, ma
una frazione della produzione mondiale che è di 718 milioni di tonnellate annue.
A
seguire, ci attendiamo interventi e delibere dell’Antitrust sui mercati di
formazione dei prezzi di suini, bovini, formaggi.
Per
restare sul riso, secondo il parere dell’Antitrust, “”le principali criticità appaiono prevalentemente collegate alle modalità
di gestione e di governo delle istituzioni che sovraintendono al funzionamento
del mercato all’ingrosso: le Borse merci e l’Ente nazionale risi””,
caratterizzato “”da un assetto
stabilmente oligopolistico e da un elevato potere contrattuale nei confronti
dei produttori di materia prima””, basato su diverse piazze fisiche (Pavia,
Milano, Novara, Mantova, Mortara, Vercelli), ciascuna con volumi modesti con
quotazioni fissate in ambito locale,
“”ostacolo al corretto svolgimento del processo concorrenziale””. La
situazione è resa problematica dai criteri di formazione dei listini prezzi, “”dove le quotazioni non necessariamente
scaturiscono dall’incontro spontaneo della domanda e dell’offerta, ma sono
invece frutto delle rilevazioni settimanali dei prezzi realizzate dalle
Commissioni prezzi, in cui siedono rappresentanti dei produttori di riso e
dell’industria della trasformazione, oltre che dei mediatori””, con il
quesito sollevato dall’Antitrust sul ruolo dell’Ente nazionali risi, palesando
un conflitto di interessi. L’Antitrust auspica il superamento delle Commissioni
prezzi delle Camere di commercio ed il passaggio ad una unica Borsa merci
nazionale, introducendo un mercato a termine.
Le
ragioni a favore di una liberalizzazione dei meccanismi di fissazione dei
prezzi dei prodotti agricoli ricordano da vicino, molto vicino, le ragioni a
favore di una liberalizzazione dei meccanismi di fissazione dei prezzi delle
valute, dei tassi di interesse, di altri strumenti finanziari non altrettanto
trasparenti delle azioni (che fanno da battistrada, in molte piazze).
Non
possiamo che auspicare una effettiva adozione del principio “equal and fair treatment” nel settore
dei meccanismi di fissazione dei prezzi agricoli. Riteniamo che il mercato
debba essere dotato di regole semplici, chiare, di facile “esecuzione”; che gli
operatori siamo messi nelle condizioni di non esercitare posizioni dominanti
verso altri operatori; che l’organismo che “regola le transazioni” sia terzo
rispetto agli operatori.
Molto resta quindi da fare, e proporre, per far
compiere un passo avanti ai mercati, compreso quello dei prodotti alimentari.
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