Secondo il rapporto sull’economia e finanza
dei distretti (di IntesaSanPaolo), i distretti industriali italiani sono
tornati a crescere nel biennio 2013-2014 con un +1% (mentre le imprese “non
distrettuali” hanno fatto segnare il segno meno), e continueranno a crescere
nel biennio 2015-2016 con un +3,2% atteso (superiore al +2,2% fatto segnare
dalle imprese tedesche). Secondo il rapporto, le cause positive sono la
maggiore capacità di fare innovazione nei distretti (evidenziato dal gap
positivo del 6,3% nel presentare brevetti, rispetto alle imprese non
distrettuali), di esportare e fare investimenti all’estero; nel 2014 le
esportazione delle imprese presenti nei distretti industriali sono cresciute
del 3,5%, contro una media dell’1,6% delle imprese nazionali. Le imprese
presenti nei distretti si differenziano, secondo il rapporto, per 2 elementi
positivi: la loro attrattività nei confronti del capitale estero (che cerca di
acquisirle) ed il c.d. “reshoring”, il ritorno in Italia di produzioni
industriali a suo tempo dirottare verso paesi a più basso costo industriale,
ritorno sulle ali della maggiore qualità delle produzioni fatte in Italia, in
settori che vanno dalla moda alla meccanica, dalle macchine agricole agli
imballaggi.
“Italians do it better”.
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