domenica 28 dicembre 2014

La legge della rivoluzione industriale.



“”Il Dio della Natura ha stabilito una legge giusta ed equa che l’uomo non ha il diritto di infrangere; se si azzarda a farlo, è sempre certo che prima o poi cadrà sul suo capo la punizione che merita … Così, quando i padroni spingono la loro audacia al punto di unire la propria forza per poter meglio opprimere i loro dipendenti, con quest’atto essi insultano la maestà del cielo e si attirano la maledizione di Dio: e d’altra parte, quano i dipendenti si uniscono per estorcere ai loro datori di lavoro quella parte di utile che spetta di diritto al padrone, anch’essi violano in tal modo le leggi dell’equità.”” Così scriveva Donald Read (“”Press and People 1790-1850””, 1961, p. 26): vi era un ordine nell’universo, ma non era più lo stesso ordine del passato; vi era un solo dio, che si chiamava vapore e parlava con la voce di Malthus, di McCulloch e di tutti quelli che facevano uso di macchinari; questa era l’Inghilterra della rivoluzione industriale.

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