lunedì 19 gennaio 2015

Il fondo per le Spa pubbliche aggregate.



 Il governo studia la creazione di un fondo per le Spa pubbliche locali che decidano di aggregarsi, per “rivoluzionare l’assetto istituzionale dell’Italia” con “una svolta epocale”: sappiamo che si tratta di un numero ancora imprecisato di società (7.726 nel “piano-Cottarelli”,  11.024 nell’ultimo censimento Istat) con perdite di 1.200 milioni annui (“piano-Cottarelli”), cui aggiungere una parte dei 16.500 milioni di trasferimenti e contratti di servizi che coprono inefficienze di gestione, senza dimenticare i costi direttamente pagati dai cittadini come tariffe talora fuori mercato. Tenuto conto che i dipendenti accertati sono 977.792, si tratta di 1.227 euro di perdita annua a dipendente. Ma tutto sarà superato dagli articoli 14 e 15 della delega al “Ddl Madia” che consentono agli enti locali di costituire nuove aziende con l’obiettivo ed il vincolo dell’efficienza, istituendo incentivi per aggregarsi,  prevedendo  “”uno o più fondi immobiliari con una certa dotazione finanziaria e il compito di entrare nel capitale delle società che sono l’aggregazione di quelle più piccole””  nelle parole del sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, che aggiunge che “”c’è interesse di più soggetti”. “”Dite la vostra, che ho detta la mia””: finiscono sempre così le favole.

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