Il mondo del vino italiano si accinge a “scoprire” i “millenials” americani,
i nati dopo il 1980, uno stuolo di 80 milioni di potenziali consumatori
tirati su a bevande gassate e che formeranno un segmento di consumatori
futuri: “dobbiamo capire che stanno cambiando i consumi e stanno
cambiando i consumatori” in un paese dove sta cambiando il modo
del’alimentazione, con la riduzione del giro d’affari del fast food e la
crescita di segmenti più sostenibili.
Si tratta quindi di “costruire” una visibilità
adatta a favorire il consumo responsabile di un buon bicchiere di vino,
partendo dalla sperimentazione al ristorante (dove l’80% dei consumatori
ordina un bicchiere, giusto per iniziare il pasto) più che dalla
critica sulla stampa specializzata (che secondo stime viene seguita solo
dal 17% dei consumatori di vino). Il 79% degli acquisti avviene per
bottiglie che hanno un prezzo di vendita fra 10 e 15 dollari, una fascia
considerata “premium”. Le opportunità per il vino di qualità hanno
trovato una nuova “frontiera”.
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