Il governo studia la creazione di un fondo per
le Spa pubbliche locali che decidano di aggregarsi, per “rivoluzionare l’assetto
istituzionale dell’Italia” con “una svolta epocale”: sappiamo che si tratta di un
numero ancora imprecisato di società (7.726 nel “piano-Cottarelli”, 11.024 nell’ultimo censimento Istat) con
perdite di 1.200 milioni annui (“piano-Cottarelli”), cui aggiungere una parte
dei 16.500 milioni di trasferimenti e contratti di servizi che coprono inefficienze
di gestione, senza dimenticare i costi direttamente pagati dai cittadini come
tariffe talora fuori mercato. Tenuto conto che i dipendenti accertati sono
977.792, si tratta di 1.227 euro di perdita annua a dipendente. Ma tutto sarà
superato dagli articoli 14 e 15 della delega al “Ddl Madia” che consentono agli
enti locali di costituire nuove aziende con l’obiettivo ed il vincolo dell’efficienza,
istituendo incentivi per aggregarsi,
prevedendo “”uno o più fondi
immobiliari con una certa dotazione finanziaria e il compito di entrare nel
capitale delle società che sono l’aggregazione di quelle più piccole”” nelle
parole del sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, che aggiunge che “”c’è
interesse di più soggetti”. “”Dite la vostra, che ho detta la mia””: finiscono
sempre così le favole.
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