Negli ultimi 15
anni ci sono stati 68.000 bancari “in uscita” e nuove uscite sono attese dalla
prossima puntata del “risiko” che potrà derivare dalla “manovra sulle popolari”
e dalle fusioni fra istituti. In Italia, il costo del lavoro pesa per il 55-60%
dei costi delle banche; la riduzione del personale è oggi limitata dalla
indisponibilità di un numero sufficiente di dipendenti vicini alla pensione, da
“accompagnare all’uscita”, avendo le banche dato fondo agli “scivoli”, negli
ultimi anni; una riduzione sembrerebbe attivabile attraverso ulteriori più generosi)
incentivi al prepensionamento, che si scontrerà con la riforma delle pensioni
del 2011. I dati relativi sino al 2013 sul rapporto costi/ricavi sono chiari:
un costo medio del lavoro per dipendente di 70.600 euro (erano 74.100 nel 2012:
-4,6%), con le BCC a 68.000 euro e le popolari a 69.900 euro. I valori attesi
per il 2014 del rapporto costi/ricavi vede Carige ad un rapporto 99,3%, il più
alto fra quelli stimati, Credem a 65,6%, MPS a 64,0%, Banco Popolare a 63,4%,
BPM a 62,9%, Unicredit a 62,2%, Intesa a 49,2%. Le differenze sono ampie, gli
spazi di riduzione dei costi anche.
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