L’emissione del prestito obbligazionario (“bond”) di
Cassa Depositi e Prestiti (CDP) si è chiusa in 5 giorni con 67.811 richieste di
sottoscrizione ed un ammontare complessivo di 3,9 miliardi. Solidità dell’emittente,
rendimento dell’1.75% lordo per i primi 2 anni, trattamento fiscale di favore
al 12,5% sugli interessi (come titoli di stato e buoni postali) invece del 26%,
esonero da imposta di successione e donazione, capital gain al 12,5% per i soli
investitori che siano residenti italiani. Questa ultima previsione ha fatto
accendere la “luce rossa” della UE: si tratta di una previsione in contrasto
con la libera circolazione di beni e servizi e capitali, una limitazione che può
sussistere solo in fase di primo collocamento, ma una volta quotato il titolo
potrà circolare all’interno della UE e la previsione inserita nel “prospetto
CDP” non potrebbe allora trovare applicazione per gli investitori esteri; la
Commissione UE potrebbe quindi eccepire la discriminazione fiscale nei
confronti di investitori residenti nella UE. Analoga eccezione potrebbe essere
sollevata sull’esonero da imposta di successione e donazione, che vale per i
titoli garantiti dallo stato, garanzia assente per CDP.
Più che un bond, un
pasticcio in salsa italica.
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