Il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico non sarà
pronto prima del 2016; il governo ha
indicato in 7 miliardi di euro la somma disponibile per finanziamenti, contro i
21 miliardi richiesti dalle Regioni. Gli studi di fattibilità ed i progetti
pesano per l’80% delle richieste fatte dagli amministratori, e solo il 4,9%
sono progetti esecutivi, indice di un “ritardo strutturale” del sistema-paese;
la stima dei lavori “cantierabili” esecutivi è indicata in 1 miliardo, che
coprirebbe 12 mesi di lavori, e che possono “andare a bando di gara”; il 14%, per 3 miliardi, è classificato
“definitivo”, per cui si deve attivare un “appalto integrato”; il 36,3% degli interventi, per 7,6 miliardi,
è fermo allo studio di fattibilità; il 44,8%, per 9,4 miliardi, è allo stadio
del preliminare. Il 16,4% dei 21 miliardi di interventi richiesti è previsto in
Campania (3,4 miliardi), seguita da Sicilia (11,4%), Puglia (7,7%), Veneto
(7,6%). Nell’attesa del riparto delle disponibilità del Fondo Sviluppo e
Coesione (FSC) e della graduatoria delle opere da finanziare, il governo conta
“”di poter confezionare il nuovo piano entro i primi mesi dell’anno prossimo””:
valanghe e smottamenti sono avvertiti di evitare imboscate intempestive.
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