lunedì 2 febbraio 2015

Come si formano i prezzi agricoli?



La formazione dei prezzi di prodotti e servizi è tema cruciale per avere un mercato efficiente, rappresentativo della domanda e dell’offerta, delle quantità di beni (fisici od intangibili), della loro disponibilità a pronti ed a termine.

L’Antitrust ha aperto i riflettori sul sistema di formazione e quotazione dei prezzi agricoli, auspicando nuovi meccanismi, per rendere i mercati dei cereali e dei prodotti zootecnici più aperti alla concorrenza ed al mercato, quindi più remunerativi per le imprese agricole. Il riflettore si è acceso, per iniziare, sul mercato del riso, una commodity che vede l’Italia terzo produttore in Europa, con oltre 4.000 aziende agricole che producono  4,5 milioni di tonnellate di riso, nelle varie tipologie (superfini di qualità; indica per condimenti, a chicco allungato); cifre significative, ma una frazione della produzione mondiale che è di 718 milioni di tonnellate annue.

A seguire, ci attendiamo interventi e delibere dell’Antitrust sui mercati di formazione dei prezzi di suini, bovini, formaggi.

Per restare sul riso, secondo il parere dell’Antitrust, “”le principali criticità appaiono prevalentemente collegate alle modalità di gestione e di governo delle istituzioni che sovraintendono al funzionamento del mercato all’ingrosso: le Borse merci e l’Ente nazionale risi””, caratterizzato “”da un assetto stabilmente oligopolistico e da un elevato potere contrattuale nei confronti dei produttori di materia prima””, basato su diverse piazze fisiche (Pavia, Milano, Novara, Mantova, Mortara, Vercelli), ciascuna con volumi modesti con quotazioni fissate in ambito locale, “”ostacolo al corretto svolgimento del processo concorrenziale””. La situazione è resa problematica dai criteri di formazione dei listini prezzi, “”dove le quotazioni non necessariamente scaturiscono dall’incontro spontaneo della domanda e dell’offerta, ma sono invece frutto delle rilevazioni settimanali dei prezzi realizzate dalle Commissioni prezzi, in cui siedono rappresentanti dei produttori di riso e dell’industria della trasformazione, oltre che dei mediatori””, con il quesito sollevato dall’Antitrust sul ruolo dell’Ente nazionali risi, palesando un conflitto di interessi. L’Antitrust auspica il superamento delle Commissioni prezzi delle Camere di commercio ed il passaggio ad una unica Borsa merci nazionale, introducendo un mercato a termine.

Le ragioni a favore di una liberalizzazione dei meccanismi di fissazione dei prezzi dei prodotti agricoli ricordano da vicino, molto vicino, le ragioni a favore di una liberalizzazione dei meccanismi di fissazione dei prezzi delle valute, dei tassi di interesse, di altri strumenti finanziari non altrettanto trasparenti delle azioni (che fanno da battistrada, in molte piazze). 
Non possiamo che auspicare una effettiva adozione del principio “equal and fair treatment” nel settore dei meccanismi di fissazione dei prezzi agricoli. Riteniamo che il mercato debba essere dotato di regole semplici, chiare, di facile “esecuzione”; che gli operatori siamo messi nelle condizioni di non esercitare posizioni dominanti verso altri operatori; che l’organismo che “regola le transazioni” sia terzo rispetto agli operatori. 
Molto resta quindi da fare, e proporre, per far compiere un passo avanti ai mercati, compreso quello dei prodotti alimentari.


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