domenica 8 marzo 2015

Quell’araba fenice della “spending review”.



Entro marzo 2015 dovrebbe essere definito il “piano di tutti i piani” sulla riduzione delle società partecipate da Comuni, Province, Regioni, Università e Camere di Commercio, una rivisitazione e ripresa del “piano Cottarelli” sinora messo nel fondo del cassetto del governo; un piano che dovrebbe essere operativo entro fine 2015, ma che dovrà “amalgamarsi” con le misure di riordino delle partecipazione, previste dalla delega legislativa sulla riforma della P.A. (che avanza a passo assai lento in Senato). Il rischio dello slittamento alle “calende greche” è notevole, per un “piano di tutti i piani” che si prefigge: fusioni delle partecipate locali, chiusura delle “scatole vuote” (dove vi sono amministratori, ma non dipendenti: anomalia italiana?), risparmi ricavabili dalla razionalizzazione delle partecipate e delle municipalizzate, efficienza nella gestione dei flussi di spesa, alleggerimento dei compiti oggi demandati alla “macchina statale”. Il MEF stima in 16,5 miliardi l’impatto sui conti pubblici 2015: per un piano che a marzo deve ancora mettersi ai blocchi di partenza, si può solo dire che è un “vaste programme”.

Nessun commento:

Posta un commento