lunedì 15 giugno 2015

La pensione divisa per tre.


Secondo il Rapporto sullo stato sociale edizione 2015, nel prossimo ventennio la pensione media degli italiani si ridurrà in modo sensibile rispetto alla retribuzione media: dal 45% odierno al 33% nel 2036. Sintomo (e domani, in termini attuariali, evidenza) che esiste un problema di equità inter-generazionale: le pensioni dei pensionati attuali sono pagate dalle generazioni che lavorano e che fra 20 e 30 anni guarderanno alla loro ridotta pensione con evidente disappunto: “chi ha avuto molto di più, sotto il profilo previdenziale, potrà essere chiamato a dare un contributo di solidarietà a chi avrà in futuro pensioni molto più basse” afferma il presidente INPS. Contro questa visione il Rapporto afferma che “cercare risparmi di spesa ricalcolando con il metodo retributivo le pensioni già liquidate con il sistema retributivo, oltre alle difficoltà di reperimento delle informazioni necessarie, presenterebbe controindicazioni economiche ed equitative: sarebbe di fatto un’imposta aggiuntiva sul reddito”. 
Chiamateli, se volete, diritti acquisiti: e così affonda un paese che prende a prestito dalle generazioni future, senza vergogna, sapendo che non è chiamato a ripagare.

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