martedì 23 febbraio 2016

Decrescita infelice.


Il Rapporto Istat 2015 sugli indicatori demografici italiani è “tranchant”: minimo storico delle nascite dall’Unità d’Italia a 488.000 nati (8 per mille per residente), picco del tasso di mortalità dal secondo dopoguerra a 653.000 (+54.000 rispetto al 2014, pari a +9,1%), quinto calo consecutivo del numero medio di figli per donna (1,35 figli/donna), aumento dei cittadini italiani che lasciano il paese: 100.000 l’anno scorso. 
La popolazione residente è di 60.646.000, in calo di 139.000 unità (-0,23%): un calo “epocale” visto che dal 1952 la popolazione era sempre aumentata; il saldo migratorio degli stranieri resta positivo, seppure rispetto agli anni passati, e pari a +39.000 unità (saldo fra entrate ed uscite), con una popolazione straniera assestata a 5.054.000 unità. 
Guardando al tasso di incremento/decremento della popolazione per regione, a fronte di una media nazionale di -2,3%, solo le province di Bolzano (+3,7%) e Trento (+1,0%) e Lombardia (+0,5%) mostrano un segno positivo; il decremento più significativo si mostra in Liguria (-7,9%), Valle d’Aosta (-7,2%), Basilicata (-5,2%), Marche (-5,1%).


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