lunedì 15 febbraio 2016

Disoccupazione giovanile.


I dati sulla disoccupazione giovanile in Europa, definita come la percentuale di giovani fra i 15 ed i 24 anni che non sono occupati, non studiano, non seguono corsi di formazione è uno dei mali del continente e di alcuni paesi in particolare: il tasso di disoccupazione così definito è il 22% nell’Eurozona, l’11,2% negli USA, il 5,2% in Giappone; ma è un elevatissimo 48,6% in Grecia, un 46% in Spagna, un altrettanto grave 37,9% in Italia; e “solo” il 7% in Germania ed il 10,3% in Danimarca. 
Vi sono quindi paesi dove il “problema” è affrontato e gestito (attraverso mini-jobs, alternanza scuola-lavoro, ricorso all’apprendistato), altri (come l’Italia) dove la difficoltà di creare lavoro per i giovani è anche direttamente legata alla “incomunicabilità” fra scuola e mondo del lavoro, con la prima arroccata su corsi di studio che non trovano più riscontro nelle esigenze del secondo; a ciò si aggiunga la scarsa comprensione del valore dei percorsi formativi e di qualificazione “sul campo” con contenuti molto operativi (ed analoga osservazione vale anche, spesso ancor di più, per chi sia stato escluso dal mondo del lavoro in età lavorativa adulta).

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