giovedì 25 febbraio 2016

La UE non gradisce il vino.


Lotta europea al vino italiano: oltre alla deleteria liberalizzazione delle etichette (che nelle intenzioni di Bruxelles dovrebbe consentire a chiunque di riportare sulle bottiglie i nomi dei vini oggi riservati all’Italia), la sfida lanciata dai burocrati (si direbbero pesantemente ubriachi, viste le azioni) affronta, volendo abolirle, le agevolazioni doganali oggi riservate a chi, per le norme comunitarie, è “piccolo produttore” (produttore per almeno 3 anni consecutivi di meno di 1.000 ettolitri annui, circa 130.000 bottiglie) e gode di agevolazioni doganali semplificate; secondo una stima Coldiretti, in Italia su 48.000 produttori solo 2.400 producono più di 1.000 ettolitri annui; gli altri 45.000 “piccoli produttori”, che esportano oltre il 50% della loro produzione, sarebbero soggetti a più pesanti incombenze burocratiche doganali. 
Non contenta, la UE starebbe per cancellare la deroga riconosciuta al vino (quale prodotto della agricoltura) in tema di “accisa assolta”, in quando il vino è prodotto diverso dai prodotti alcolici, soggetti ad accisa sulla produzione di alcolici; e le conseguenze di tale, ulteriore improvvido provvedimento sarebbero esiziali per la filiera enologica.


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