martedì 19 gennaio 2016

Icht liebe dich.



“” Walter Slatoff, un soldato americano che sarebbe poi diventato professore alla Cornell University, scrisse un articolo indirizzato ai genitori dei militari americani stanziati in Germania (nel 1946, al termine della Seconda Guerra Mondiale):

“Immaginate che vostro figlio, di 18-19 anni, venga tolto del tutto dalla vostra supervisione, gli venga data una quantità di denaro pressoché illimitata, si ritrovi ad avere un fascino sulle donne pari a quello di un Van Johnson o di un Clark Gable, gli sia propinata in continuazione una serie di menzogne e di storie studiate apposta per ispirare sospetto, odio  e cinismo, e venga posto in mezzo a gente che ha perso ogni remora morale. Le donne di Berlino sono affamate, infreddolite e sole. I soldati hanno sigarette, con cui le donne potranno comprare cibo e carbone. (i soldati americani) hanno cibo (…) preso in gran quantità dalla Croce Rossa. Hanno nightclub ben riscaldati. E possono offrire alle donne un senso di sicurezza e uno scopo in una città dove tutto pare senza senso. Come risultato (a Berlino) è in corso una frenetica, generale caccia all’uomo. Le donne si mettono di fronte ai nightclub e passano avanti e indietro sulle strade e davanti ai club della Croce Rossa. “ICH LIEBE DICH” (“Ti amo”) è diventata una frase tanto inflazionata e vuota di significato quanto “How do you do?” (“Piacere!”).

Victor Sebestyen, 1946 La guerra in tempo di pace, pg 93, 2016

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