mercoledì 22 ottobre 2014

Si fa presto a dire meno emissioni.



La Commissione Europea propone di elevare i parametri di Kyoto (20-20-20) fissando 3 nuovi parametri in campo energetico: riduzione del 40% delle emissioni nocive rispetto ai dati 1990; quota di rinnovabili al 27%; incremento del 30% nell’efficienza energetica. 
I 28 paesi sono divisi: i paesi dell’Est, dove l’industria pesante assorbe molta energia, vogliono ridurre gli obiettivi; i paesi del Nord spingono per obiettivi più ambiziosi; paesi periferici vogliono rafforzare le interconnessioni per aver accesso a più affidabili fonti energetiche. 
Allo stesso tempo, i singoli paesi impongono accise sui costi dell’elettricità ad uso industriale molto diversi: 54,52 euro/megawattora (MWh) in Danimarca, 15,37 euro MWh in Germania, 15 euro MWh in Austria, 12,50 euro MWh in Italia, sino ad un minimo di 0,50 euro MWh in Francia; segno della diversa politica di incentivazione e/o penalizzazione del consumo elettrico. 
Fra le opzioni sul tavolo, vi è la proposta di assegnare alle imprese quote di emissione (ETS Emission Trading Scheme) negoziabili su un mercato ETS, che verrebbero vendute dalle imprese “virtuose” (che risparmiano energia) alle imprese “cattive” che potrebbero compensare il loro deficit di emissioni, contro il pagamento dell’acquisto dei bonus ETS.

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