venerdì 24 aprile 2015

Compagnie petrolifere e “climate change”.



Le politiche per contrastare le emissioni di gas serra mettono in difficoltà molti progetti estrattivi delle compagnie petrolifere; venerdì 17 aprile 2015 è stato firmato un impegno a metter fine alla tecnica del “flaring” (bruciare nell’atmosfera il gas che fuoriesce durante l’estrazione di petrolio) fra diversi paesi produttori (inclusi Russia e Norvegia) e compagnie petrolifere (ma non quelle USA). Cresce anche la richiesta di avere informazioni sui rischi legati a CO2, gas serra ed altre sostanze nocive. La pressione di attivisti e gruppi di pressione ha portato un numero crescente di investitori a disinvestire dalle azioni petrolifere: la stima è che circa 200 organizzazioni abbiano disinvestito 50 miliardi di US$ dal settore; gli attivisti hanno messo nel mirino anche gli atenei ed i loro fondi, come nel caso di Harvard che ha attività investite pari a 36,4 miliardi di US$. 
Dal “pull out” al “sit-in”.

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