sabato 11 aprile 2015

La psiche degli inglesi.




“” La Scozia seguiva e ancora segue il diritto romani, ma l’Inghilterra seguiva – e ancora segue – la Common Law (diritto comune), che si basa sui precedenti e sull’accumulazione e la valutazione delle previe decisioni dei tribunali. Il pensiero sociale e costituzionale inglese guarda indietro per riconquistare un Paradiso perduto, un Eden perduto precedente al “giogo normanno” (…). Il pensiero sociale e costituzionale continentale guarda al futuro vero un periodo in cui le catene di Rousseau verranno spezzate e/o quando un motore a vapore dialettico-marxista fatto di tesi, antitesi e sintesi produrrà l’apocalisse del paradiso dei lavoratori. La battaglia ideologica del XVII secolo in Inghilterra verté intorno alla reinterpretazione degli antichi diritti. In questa reinterpretazione la monarchia fu a volte sostenuta dalla lettera del precedente ma il Parlamento fu in genere appoggiato dal precetto dello spirito costituzionale. All’inizio dell’era moderna gli stati nazione subirono un cambiamento radicale in scala e centralizzazione nella maggior parte dei casi del Continente. Tuttavia le istituzioni consultive medioevali come le Cortes (in Spagna), la Dieta (nel Sacro romano impero) e gli Stai generali (in Francia) vennero abolite laddove il nuovo monarca assoluto aveva un esercito permanente, una forza di polizia e una burocrazia centralizzata per far valere l’imposizione di un’entrata erariale senza il consenso dei sudditi che ovviamente finanziavano il mantenimento dell’esercito e dei burocrati. Questo (…) non era il caso della decentrata Inghilterra in cui il Parlamento era profondamente coinvolto non solo nell’autorizzare e esigere le tasse ma anche (…) nel convalidare o cambiare la dottrina religiosa attraverso un atto del Parlamento. Di qui il fallimento degli Stuart (…) nel creare uno stato assolutista modellato su quello dei loro cugini Borbone al di là della Manica. A partire dal “Parlamento della Riforma” era stato assodato dalla nazione politica il fatto che la sovranità risiedeva nel re assiso in Parlamento. Giacomo I, che come Giacomo VI di Scozia aveva regnato con un Parlamento più debole, considerava i privilegi del Parlamento una sfida al suo concetto di diritto divino basato su una legge romano-scozzese. Giacomo litigava con il suo Parlamento e i suoi tribunali mentre Elisabetta, che teneva per sé qualsiasi idea avesse di diritto divino, non si degnava di mettere pubblicamente in discussione la sua autorità. Giacomo non capiva affatto la psiche degli inglesi: fenomeno non raro negli scozzesi. Non a caso la Scozia è presbiteriana mentre l’Inghilterra e anglicana.””

Richard Newbury, “Oliver Cromwell”, 2013, pg. 50

Nessun commento:

Posta un commento