sabato 11 aprile 2015

La sacralità del diritto di proprietà.



“” La regina Elisabetta I, riconoscendo, in quanto inglese, l’inviolabilità della proprietà privata, e che mai soggiornò più di una settimana presso nessuno, non avrebbe mai ridotto in miseria un suddito mangiando e bevendo a sue spese, per non parlare della rovina di fattorie e coltivazioni, distruzione di strade, requisizione di case e cavalli, conseguenza di ogni visita effettuata da Giacomo (Stuart di Scozia, suo successore, ndr). Oltre a ciò, la familiarità creava disprezzo, come avrebbe constatato Carlo I Stuart nel 1640, in quanto proprio quelle contee in cui gli Stuart avevano partecipato alle battute di caccia furono la spina dorsale delle forze parlamentari che gli si opposero. L’incapacità degli Stuart di cogliere la sacralità del diritto di proprietà – così come la protezione della proprietà privata implicita nel principio “nessuna tassa senza il consenso del Parlamento” – sarebbe stata alla base della rottura del consenso che a metà Seicento fu il motivo per cui degli uomini avrebbero impugnato le armi.”” 


Richard Newbury, “Oliver Cromwell”, 2013, pg. 30-31

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