lunedì 10 agosto 2015

I becchini negano agli avvoltoi quel che concedono ai vermi.



“” Dal dosso su cui passano, si scopre la piana dove la mischia più cruenta ha avuto luogo. Il suolo è ricoperto di cadaveri. Gli avvoltoi fermi con gli  artigli aggrappati sulle spalle o sulle facce dei morti, chinano il becco a frugare nei ventri squarciati.
Questo degli avvoltoi non è un lavoro che vada subito per il suo verso. Si calano appena la battaglia volge alla fine: ma il campo è seminato di morti tutti catafratti nelle corazze d’acciaio, contro cui i rostri dei rapaci battono senza neanche scalfirli. Appena viene sera, silenziosi, dagli opposti campi, camminando carponi, arrivano gli spogliatori di cadaveri. Gli avvoltoi risaliti a vorticare in cielo, aspettano che abbaino finito. Le prime luci illuminano un campo biancheggiante di corpi tutti ignudi. Gli avvoltoi ridiscendono e cominciano il gran pasto. Ma devono sbrigarsi, perché non tarderanno ad arrivare i becchini, che negano agli uccelli quel che concedono ai vermi.””

Italo Calvino, “Il cavaliere inesistente”, 1959

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