martedì 4 agosto 2015

L’ingegno italiano sa essere preciso, non solo flessibile.




 La meccatronica, che unisce meccanica ed elettronica, è un settore trainante del “made in Italy”: 34.000 imprese, per lo più PMI, che contano per l’8,2% delle imprese italiane; 540.000 occupati (il 14% delle imprese manifatturiere nazionali) che creano un valore aggiunto pro-capite di 42.000 euro (contro i 26.600 medi delle imprese manifatturiere italiane), che sviluppano 127 miliardi annui di fatturato (14% dell’aggregato industriale), che esportano 60 miliardi (il 20,5% dell’aggregato export dell’industria italiana). La nascita della meccatronica italiana “si deve in particolare ad aziende del settore meccanico, sviluppatori di riduttori, componenti, macchinari che per migliorare la qualità e aggiungere valore hanno iniziato, orami qualche decennio fa, a introdurre nei loro prodotti elementi elettronici, in grado di migliorare il controllo della qualità, sincronizzare le operazioni, renderle più veloci e precise”. I futuri sviluppi sono attesi nella integrazione ulteriore fra uomo e macchina, nel monitoraggio continuo dei processi produttivi, nella diagnostica, nella automazione e robotizzazione dei processi.

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