domenica 2 agosto 2015

Vite così incomplete, banali...



“” Leggo testi di biologia e, come sempre, corro il rischio di diventare mistico: non è inverosimile che tanta complessità, una tale perfezione servano a generare vite così incomplete, così banali? Alle infinite e sofisticate reazioni che avvengono in milioni di cellule e si coordinano affinché un uomo apra la bocca non dovrebbero corrispondere manicaretti squisiti che entrano tra quelle labbra? La raffinatezza che permette a un timpano di percepire vibrazioni dell’aria e trasmetterle agli ossicini dell’orecchio medio per farle arrivare alle cellule ciliate della coclea che le trasformano in elettricità affinché i nervi le portino al cervello che le ricomporrà per informarci non meriterebbe che le parole ascoltate fossero sempre musica? Il grado di evoluzione dei meccanismi naturali – qui la mistica – non dovrebbe portarci a confidare in un grado simile di evoluzione sociale? O, detto in modo meno lirico, ha senso che organismi così complessi facciano una vita così di merda?””

Martin Caparròs, “La fame”, 2014-2015, pg 691

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