Il mistero “kosher”.
Negli USA, fra i prodotti alimentari confezionati
(food&beverage; fonte: Mintel; www.qz.com), il 41% dei prodotti riporta la
dicitura “kosher”, che contraddistingue il metodo previsto dalla tradizione
della dieta ebraica, ponendo tali prodotti in cima alla classifica dei prodotti
“top” sui banchi della distribuzione; dopo la dicitura “kosher”, quelle maggiormente
presenti sugli alimenti includono “contro allergie” (25%), packaging etico ed
ecologico (22%), senza additivi (19%), “gluten-free” (10%), prodotti eco (7%),
“senza lattosio” (3%); dati sorprendenti, laddove si osservi che meno del 2% della
popolazione statunitense è ebrea, e che nel mondo occidentale (USA inclusi)
circa l’1,7% della popolazione soffra di celiachia. Per quanto riguarda il
“kosher”, nel 2009 il 27% dei prodotti alimentari confezionati recava tale
dicitura (per un valore di mercato di 17 miliardi US$), percentuale salita al
41% nel 2014. Molti consumatori acquistano e consumano prodotti “kosher” per
motivi diversi da quelli religiosi, perché ritengono tali prodotti salutari,
gustosi, rispettosi di diete vegetariane, confezionati secondo metodi sani e
salutari.
Nessun commento:
Posta un commento