lunedì 22 giugno 2015
Multa, ma ridotta.
Nel decreto legislativo di ricezione della direttiva RECAST sulle liberalizzazioni ferroviarie è previsto (all’art. 37, comma 14) un limite massimo alle multe che l’Autorità per la Regolazione dei Trasporti (ART) potrà comminare per violazioni della concorrenza e/o abuso di posizione dominante, fissato in 1.000.000 di euro. Una cifra massima modesta, se confrontata alla “dimensione” dei giocatori in campo, siano essi i titolari della rete ferroviaria (RFI del gruppo FS) che i concessionari e gli utilizzatori della rete ordinaria ed ad alta velocità. Il rischio di pagare molto, di solito, induce a comportamenti virtuosi specie se le Autorità preposte fanno bene e puntualmente il loro (ingrato) mestiere, e viceversa. La norma è stata varata con la interessata partecipazione dei ministeri competenti: quello delle Infrastrutture ed il MEF, azionista di FS, in un momento in cui ART ha avviato una procedura di infrazione della concorrenza nei confronti di RFI per supposta violazione delle regole di accesso paritario alla rete a svantaggio di un operatore privato, che potrebbe comportare (a normativa attuale) una multa sino a 934.000.000 di euro.
A tutto vapore corre il treno dei conflitti di interesse e della assenza di concorrenza.
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