lunedì 1 giugno 2015
Le emissioni di Green Bond.
Obbligazioni (bond) la cui emissione è legata al tema “ambiente”, quali la costruzione di un parco eolico o di fabbriche meno inquinanti, le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’utilizzo sostenibile dei terreni, depurazione delle acque, i Green Bond hanno visto una rapida crescita del mercato: nel 2013 le emissioni furono 10 miliardi di USD, nel 2014 hanno raggiunto i 36,6 miliardi. Le “obbligazioni verdi” trovano la loro richiesta da grandi investitori istituzionali sempre più preoccupati per i rischi di compensazione ambientale nei loro portafogli; a livello mondiale sono oltre 250 le istituzioni che hanno acquistato almeno un bond verde. Ad emetterli sono società attive nell’ambiente, come le utilities, che coprono quasi la metà delle emissioni lorde, seguite da banche di sviluppo regionale, attive nella difesa dei sistemi eco-ambientali di vaste aree del mondo. Secondo l’associazione Climate Bonds Initiative, i Green Bond potrebbero raggiungere i 100 miliardi di emissioni lorde, se non nel 2015 probabilmente nel 2016. E per Moody’s, le ragioni del loro successo sono anche legate alla “febbre” che nel 2014 ha spinto gli emittenti corporate a collocare qualsiasi strumento finanziario per approfittare del basso livello storico dei rendimenti, che sempre più sono “the king of the market”, triplicandone i volumi. Sul fronte degli aspetti negativi, i Green Bond hanno dei costi correlati alla certificazione dei progetti ed al loro controllo durante la vita della emissione, aspetti che potrebbero frenarne un più ampio sviluppo. Gli investitori istituzionali, come fondi pensione ed assicurazioni, assicurano il loro interesse a questi investimenti, che cresceranno nei portafogli degli investitori che spesso hanno l’obbligo di investire in strumenti definibili come “sociali”.
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