Fino ad oggi le SPAC, i veicoli che raccolgono denaro in sede di IPO
(prima quotazione) per poi acquisire imprese industriali che dopo la fusione
societaria si trovano a brillare sul listino di borsa od all’AIM, hanno sinora
raccolto 500 milioni, a partire dal 2010, ed hanno consentito di portare in
borsa società che oggi hanno una capitalizzazione di 1.200 milioni di euro.
Sinora sono state acquisite (e quindi successivamente quotate od in via di
quotazione) la IVS (distributori automatici), la SESA, la LUVE, la Italian Wine
Brands, le matite Fila; altre SPAC devono ancora trovare il “target” per
l’acquisizione (ma si devono sbrigare, poiché se non investono entro 2 anni
devono restituire i soldi agli investitori). Ora altri 4 veicoli sono pronti al
grande passo della quotazione, e nel frattempo stanno raccogliendo il capitale
iniziale necessario cercando sottoscrittori vecchi e nuovi. Con la SPAC si
possono raggiungere obiettivi significativi: l’ingresso in azienda di azionisti
con doti finanziarie importanti, la successiva rapida valorizzazione tramite
quotazione (con tempi veloci, rispetto ad un tradizionale IPO per la
società-target), una “corporate governance” chiara e definita prima della
quotazione.
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